sabato 11 ottobre 2008

Mosop dominatore del Giro al Sas, magica doppietta all'ombra del Nettuno. Battuto Gharib, Lalli risponde alla grande, quarto

Se le promesse della vigilia sembravano annunciare una stellare sfida a tre tra Baldini, Gharib e Mosop, sono bastate poche migliaia di metri per capire come il confronto non avrebbe avuto non solo storia, ma nemmeno motivi di esistere. Troppo forte, troppo determinato, troppo brillante il ventitreenne keniano Moses Mosop per lasciare scampo alla concorrenza. Anche nei primi due giri, con il gruppo ancora compatto, l'impressione era che il vicecampione mondiale di cross del 2007 stesse quasi giocando. Impressione diventata certezza un paio di minuti dopo, quando il vincitore della passata edizione si è portato alla testa del gruppetto staccando progressivamente di ruota tutti gli avversari. L'ultimo a mollare la presa è stato proprio il marocchino Jouad Gharib che ha tentato in tutti in modi di tenere il passo dello scatenato Mosop ma senza fortuna, anzi: già prima di metà gara il keniano aveva preso il largo, concludendo la cavalcata solitaria con un roboante ultimo mille in 2'38 per siglare il nuovo record del Giro al Sas, versione classica: 28'29 e tanti saluti a tutti, guai tendinei compresi.

Evidentemente il lungo stop di questo 2008 ha restituito un atleta determinato come non mai, voglioso di bissare il successo dello scorso anno per scacciare gli infortuni di questo ultimo periodo ("Sono venuto qui per vincere, volevo a tutti i costi dare un segnale che ho risolto i miei problemi, prima di pensare alle corse campestri e, per la prossima primavera, a buoni tempi sui 10.000. Non faccio previsioni, non mi piace: dico solo che vorrò mettermi in mostra. Non capita tutti i giorni di vincere per due volte di fila a Trento? - l'ultimo fu Panetta nell'87 e '88 - Bene, vorrà dire che proverò a fare tripletta."). Una determinazione evidente, palese, così come la bellezza e la leggerezza della sua azione, inno migliore per una gara vibrante, seppur dominata. Un 62imo Giro al Sas tutt'altro che banale ("Mosop mi ha rovinato un po' i piani...speravo in una gara più combattutta ma lui è stato troppo forte" dirà la guida del comitato organizzatore Gianni Demadonna), che ha vissuto sì delle prodezze dello stesso keniano, ma anche della grinta di Jouad Gharib, dell'attenzione di Toniok, a sua volta keniano e terzo piazzato, dell'entusiasmante progressione di un ottimo Andrea Lalli, fermatasi ai piedi del podio, del duello finale tra gli esperti Gabriele De Nard e Stefano Baldini, finiti in quest'ordine alle spalle del rosso talento abruzzese. Poi ancora Sigei, Aliwa, Chatbi, Stefano La Rosa, Fabio Mascheroni e Cosimo Caliandro.

Ecco, se Mosop è stato il grande protagonista, Lalli è stata la più gradita sorpresa. Non perchè non abbia già dato dimostrazione delle sue capacità, ma perchè al termine di questo 2008 era difficile ipotizzare una sua performace tanto brillante e convincente. Bene, anzi, benissimo: se il cammino di avvicinamento verso la stagione dei cross parte da questi presupposti, non resta che aspettare i primi impegni (il finanziere allievo di Luciano di Pardo diserterà le prove italiane, per preparare gli europei di Bruxelles con un paio di appuntamenti tra Germania e Spagna) per assistere alla definitiva consacrazione di quello che, nei piani degli addetti ai lavori, è il miglior candidato alla successione di Stefano Baldini. Eh sì, perchè anche il re di Olimpia si vede costretto ad abdicare; il tempo passa per tutti ed il campionissimo emiliano è troppo onesto con se stesso per nasconderlo. Al termine del suo Giro al Sas Baldini si è dato una sufficienza abbondante, nella consapevolezza di avere ormai poche cartucce da sparare al cospetto di atleti più giovani o più integri, ma anche di aver raggiunto quella fase della carriera in cui si può permettere di pensare quasi esclusivamente a divertirsi, senza lo stress della caccia spasmodica al risultato. E la promessa di tornare tra 12 mesi, per l'addio definitivo, vale quasi quanto una vittoria.
Lalli e Baldini, futuro e passato. Il presente è ancora terra di conquista, visto che il mezzofondo azzurro sta lentamente costruendosi un avvenire e nella fase di passaggio c'è ancora spazio per un pimpante Gabriele De Nard, sempre presente, sempre positivo, ad un mese dai primi cross. Più in difficoltà rispetto alla settimana scorsa è apparso Stefano La Rosa, ma per lui il discorso è diverso, visto la nota minor compatibilità con i cross ed il maggior feeling con la pista: per il grossetano sono tutti chilometri utili per il futuro...

Alla fine dei conti è stata una grande, grandissima festa. Il centro storico affollato di gente ha dato quel tocco di fascino ad una delle più classiche stracittadine del calendario nazionale. Gianni Demadonna ed il suo gruppo hanno fatto nuovamente centro, cogliendo l'attimo di invitare il dj Linus, capace di portare entusiasmo anche alla partecipata gara open che ha di fatto aperto la strada alla sfida dei big, ma anche allestendo un grande spettacolo di contorno, con tutte le miss ai posti giusti, maxischermo e schermi lungo il percorso. Insomma, un vero gioiello di manifestazione, da tenere stretta, quasi da coccolare perchè in fondo questi momenti fanno bene a tutti. Anche ad eventuali commercianti miopi...

Le classifiche...


Nella foto di Daniele Mosna l'arrivo vittorioso di Moses Mosop nella scorsa edizione del Giro al Sas

Campionati Cadetti all'Olimpico, il Trentino sorride grazie al martello di bronzo di Bettina

Datemi un martello che lo...lancerò lontano!
Arriva dalla pedana del lancio del martello la prima grande soddisfazione per la qualificata formazione trentina che ha preso la via dello Stadio Olimpico di Roma per andare alla caccia dei titoli italiani cadetti (under 16) in una interessantissima 3 giorni di gare, dense di importanti argomenti e spunti. Certo, a quest'età l'agonismo e la smaniosa caccia del risultato dovrebbero rivestire aspetti ancora secondari rispetto alla ricerca del giusto inquadramento tecnico e del divertimento, ma quando si parla di medaglie tricolori...beh, anche i più piccoli riescono ad imitare i proverbiali occhi della tigre ammirati poche settimana fa in televisione, sulle frequenze olimpiche di Pechino.

E già nel primo giorno di gare gli spunti non sono mancati (su tutti l'1,81 nell'alto della pordenonese Alessia Trost, cadetta/donna da 1,88 centimentri di altezza), compresi importanti riferimenti per la truppa trentina, capace di mettere le mani sulla prima medaglia grazie al martello di Elisabetta Broseghini, lanciatrice pinetana del GS Valsugana per nulla intimorita dalla cornice del Foro Italico (sua maestà calcio ha obbligato i lanciatori ad emigrare nei vicini impianti, Stadio dei Marmi e Farnesina per non deturpare il fondo dell'Olimpico) e capace di raggiungere il nuovo personale con un ottimo 48,28 che migliora di quasi due metri il suo record regionale di categoria, al termine di un concorso che, a parte i due nulli, l'ha sempre vista al di sopra del suo precedente personale. Di lei i tecnici dicono un gran bene, soprattutto per le qualità coordinative che per ora supportano un fisico non ancora del tutto sviluppato; insomma...le basi sono ottime, come deve essere a questa età, la voglia di migliorare e l'entusiasmo non le mancano, quindi non resta che aspettare che cresca ulteriormente, senza forzature. Nell'attesa si coccola la medaglia di bronzo (la lombarda Rizzi 52,07; la piemontese Massobrio 49,33) che segue l'oro conquistato 3 anni fa da Giorgia Nave in quel di Bisceglie, seppur con misure decisamente minori, anche a causa delle difficili condizioni meteo della rassegna pugliese.

Un altro talentino che stuzzica già l'attenzione è Marco Lorenzi, suo compagno di colori, seguito da un personaggio niente male come Walter Groff. Il giovane perginese si è messo in mostra nei 300 metri sin da inizio stagione e nella mattinata di ieri ha centrato la qualificazione alla finale con il terzo tempo assoluto: 36"75 con un margine di circa mezzo secondo sul personale siglato una ventina di giorni fa a Lignano Sabbiadoro (36"27); se le condizioni saranno buone tutto lascia intuire che in finale possa limare ancora qualcosina, magari cercando di avvicinare nuovamente la barriera dei 36 secondi. Sulla stessa distanza, ma al femminile, buona prova anche per la terza valsuganotta di giornata, Chiara Baldi che in batteria ha sfiorato il primato personale (46"66 a 11 centesimi dal suo 46"55) garantendosi l'ultimo posto di accesso alla Finale B (dal 9° al 16° posto). Non eccezionali i due ostacolisti di giornata Elide Delaiti (Clarina, 52"08) e Fabrizio Vaia (US Cermis, 47"34) impegnati nei 300 hs, così come i lunghisti targati Clarina (davvero corposo il nucleo della società della coppia Tavernini/Merz che si confermano ancora una volta veri e propri talent scout): Anna Bettinazzi (4,91) un po' meglio di Giacomo Dal Sasso (5,35) mentre davvero positivo è stato l'1,59 nell'alto di Anna Cavazzani (ok, la Trost è di un altro pianeta...ma anche di fisico) che è valso il sesto posto finale. La squalifica della marciatrice Ilaria Reggiani e il vuoto assoluto nel martello maschile non hanno penalizzato troppo la formazione trentina che al termine della prima giornata si è piazzata in 13ima posizione, già un mezzo successo in attesa dei punti pesanti dello stesso Lorenzi, di Irene Baldessari (pentathlon), Eugen Mancas (triplo) e David Niketic (alto).

Ed eventuali benvenute sorprese...

Tutti i risultati dall'Olimpico...

venerdì 10 ottobre 2008

Giro al Sas con Baldini, Gharib e Mosop

Ormai Stefano Baldini è un vero amico del Giro al Sas e sembrava impossibile non vederlo al via dell'edizione numero 62 che domani pomeriggio porterà nuovamente le grandi stelle dell'atletica internazionale a risplendere nelle vie e negli scorci più antichi del centro storico di Trento. Sembrava impossibile, si diceva, che l'eroe della maratona di Atene non tornasse ancora all'ombra del Bondone, ora che ha pressochè chiuso i conti con l'aspetto più snervante dell'atletica vissuta da primo della classe, quel continuo e necessario rendiconto da dare agli altri e a se stesso in materia di condizione fisica, obiettivi e, ovviamente, risultati. Con la mente più libera di qualche anno fa, sarà quindi ancora lui l'osservato speciale del sabato pomeriggio trentino agli occhi di un pubblico che non mancherà di donargli un'ulteriore prova di affetto nella speranza che gli intenti del manager Gianni Demadonna di organizzare nell'autunno 2009 proprio a Trento una grande e memorabile festa d'addio per quello che in fondo resta il miglior maratoneta azzurro di tutti i tempi.

Ma al campionissimo emiliano non basterà di certo avere la mente libera per agguantare il quarto successo ai piedi del Nettuno di Piazza Dante: è vero, la regola dei numeri parla in suo favore (le vittorie nel 2002, 2004 e 2006 chiamano l'acuto del 2008) ma a mettergli il bastone tra le ruote ci penseranno due soggetti la cui mente non è libera, tutt'altro, bensì animata da importanti moti di rivalsa. Il marocchino Jouad Gharib ha ancora nella mente la scialba prova offerta nel 2006 in via Belenzani, quando dovette praticamente rinunciare alla roboante sfida tra campione olimpico (Baldini) e campione mondiale (lui stesso) di maratona. Due anni dopo, Gharib è ancora campione del mondo ed in più si è messo al collo l'argento olimpico, ma per cancellare la ferita serve battere sul "suo" terreno il rivale Baldini...e poco conta che quest'ultimo sia ormai alle ultime uscite. E che dire di Moses Mosop, il keniano presentatosi l'anno passato a Trento come vicecampione mondiale di cross (e migliore dei suoi sul tracciato "casalingo" di Mombasa) e capace di conquistare il successo nel 61imo Giro al Sas prima di incorrere in un problematico infortunio al tendine d'Achille che ne ha compromesso l'intera stagione. E proprio a Trento il 23enne keniano (uno che viaggia a 12'54 nei 5000 e 26'49 nei 10 mila metri) cercherà di raddrizzare in extremis la stagione, inseguendo una doppietta che manca da 20 anni, ovvero dal duplice acuto firmato Francesco Panetta nell'87 e '88. Ma erano altri tempi, quando ancora il Giro al Sas non aveva raggiunto i livelli di oggi, grazie al fondamentale apporto di Gianni Demadonna, capace in una dozzina di edizioni di portare in Trentino quasi tutti i più grandi, Bekele e Tergat compresi. Per lo stesso Demadonna il favorito della stracittadina tridentina è proprio Mosop (da quest'anno uscito dalla guida manageriale dell'ex mezzofondista azzurro)...staremo a vedere.
Certo che di fronte a questi palmares impallidiscono le pretese e le aspettative degli altri azzurri, capitanati dal generoso e sempre positivo Stefano La Rosa. Il carabiniere grossetano proverà a confermare il ruolo di migliore dei terrestri già conquistato sabato scorso a Rovereto: a contenderlo ci saranno tra gli altri i finanzieri Andrea Lalli, Cosimo Caliandro e Gabriele de Nard oltre all'intramontabile Ottaviano Andriani, reduce al pari di Baldini della maratona olimpica di Pechino.

Questo per quanto riguarda la gara clou, quella che scatterà alle ore 18.30 e che porterà gli atleti internazionali a completare i 10 giri del più classico tracciato del Giro al Sas, per un totale di 10 mila metri. In precedenza lo spazio sarà tutto riservato alle categorie giovanili marchiate CSI (padrone di via Belenzani e di Piazza Duomo a partire dalle 15,15) e alla prova open Fidal (per junior, senior, amatori e master) in programma alle ore 17.30 con la partecipazione dell'illustre ospite Linus, il deejay amante e amico del podismo che ha risposto di buon grado all'invito degli organizzatori, anche per la possibilità di rivedere gli "amici" del Mezzocorona Calcio che alle 14.45 passeranno a salutarlo sulla strada che li porta a Varese.

Tanti motivi di interesse quindi, tanti motivi per riempire ancora una volta il tracciato di gara, per applaudire giovani e meno giovani, campioni e meno campioni. Tanti motivi per salutare una grande giornata di atletica, per fare bene allo sport.

Il sito del Giro al Sas...

domenica 5 ottobre 2008

Tricolori Allievi: Letizia Marchi si conferma sul gradino più alto

Missione compiuta per Letizia Marchi ai Campionati Italiani Allievi in corso di svolgimento dal pomeriggio di ieri a Rieti. La giavellottista diciassettenne del Gs Valsugana si presentava in pedana con gli ovvi favori del pronostico, ma anche con problemi fisici di non poco conto che coinvolgevano tanto il braccio di lancio quanto il quadricipite della gamba destra. L'avvio di gara, oltretutto bagnato dalla notevole pioggia caduta sul Guidobaldi, non è stato sicuramente dei più agevoli, con un lancio a "solo" 38 metri e poco più. Necessario trovare qualche cosa in più, puntualmente arrivato al secondo tentativo: 44,73 e, statistiche alla mano, titolo messo praticamente in cassaforte. Per risparmiare energie la giovane valsuganotta ha quindi deciso di rinunciare ai tre lanci successivi per dar fuoco alle polveri residue nel turno finale, chiudendo il concorso con un onesto 42,91 che sarebbe comunque valso il successo, ai danni della milanese Sara Jemai e della venostana Christiane Holzner.
Il successo della Marchi era senz'altro atteso, come attese erano le buone prestazioni di Silvia Baitella (Gs Valsugana), decima nel peso con il nuovo personale di 10,44 e di Valentina Menolli nei 100 metri: la velocista della Quercia ha prima guadagnato l'accesso alla finale B equagliando il proprio personale (12"67) per poi chiudere in quinta posizione (13ima in generale) con un buon 12"75 nonostante pioggia e vento contrario. Personale, anche se per un solo centesimo, per l'ostacolista noneso Fabiano Cibien autore di un promettente 56"89 mentre più difficile si è rivelato il 1500 metri per il covalliggiano Mauro Agosti (4'18" e spiccioli, lontano dalla testa della gara). Pochi sorrisi anche per la grintosa e giovane querciaiola Valeria Cestari, a mal partito sugli ostacoli bassi al termine di una stagione però oltremodo positiva: per lei insieme alla stessa Menolli, Francesca Martini e Sonia Cristoforetti è arrivata anche la possibilità di cimentarsi nella staffetta veloce: 51"93, vabbè, nei mesi precedenti erano riuscite a fare di meglio.

Nelle giornate successive le soddisfazioni migliori sono arrivate dal mezzofondo prolungato, soprattutto grazie ad un ottimo Paolo Ruatti, capace di chiudere prima in quinta posizione i 3000 metri (8'46"71) per poi sfiorare il podio nei 2000 siepi la mattinata successiva. Il solandro allievo di Pierino Endrizzi ha conquistato la quarta piazza (6'17"52) in una gara che ha messo in mostra molto Trentino, basta tener conto del settimo posto di Andrea Debiasi (6'20"70) e dell'ottavo di Federico Vaglia (6'21"66), vincitore della serie B. Per tutti il ritorno da Rieti è condito dalla soddisfazione di aver migliorato i rispettivi personali in gara, nonostante la pioggia ed il freddo che li ha accompagnati in questa tre giorni conclusiva della stagione.

Gioia per il doppio personale anche per Marsel Cavagna, piazzatosi a ridosso delle prime 10 posizioni tanto nei 100 metri che nei 200 metri: 11"26 il nuovo limite sullo sprint puro, mentre il mezzo giro di pista ha battezzato il portacolori del Crus Pedersano con 22"53. A raggiungere una distanza mai toccata in precedenza ci ha pensato stamattina Miriam Broseghini nel lancio del disco (31,17), chiudendo in scia alla compagna di squadra Letizia Marchi (31,37) con Noemi Pizzini piuttosto lontana e forse demotivata dalla grigia prova trovata nel pomeriggio di sabato nella pedana del martello. Un piccolo centesimo è invece stato sufficiente per regalare la soddisfazione del personale all'ostacolista noneso Fabiano Cibien (56"89), altro allievo che va inserito nel novero dei più positivi sulla pista del Guidobaldi. Le controprestazioni non sono mancate, come forse è inevitabile in un mese di ottobre che conclude una stagione davvero lunghissima, per molti cominciata già ad aprile ed intensa di appuntamenti, anche a livello assoluto.

Ed ora le meritate vacanze...

Tutti i risultati sono disponibili sul sito federale.

sabato 4 ottobre 2008

Giro di Rovereto: Gemechu Lilesa sorprende tutti

Alla faccia dei diciotto anni! Sabato pomeriggio il giovane etiope Gemechu Lilesa non si è certo fatto troppi problemi reverenziali alla sua prima partecipazione al Giro di Rovereto, anzi, poco dopo metà gara ha deciso che era ora di dare una frustata e ha salutato la compagnia di Mark Bett, vincitore su queste strade nell'edizione del 1997, involandosi verso una vittoria solitaria, la prima per un etiope. Ha convinto su tutti i fronti, lo junior africano: sia per la personalità, sia per l'azione di corsa e poco conta che fino alla vigilia era quasi sconosciuto, se non per il fresco terzo posto alla mezza maratona di Udine disputata domenica mattina. Lungo i 9600 metri disegnati attorno al centro storico di Rovereto (a proposito...i commercianti si sono lamentati per la presenza del Giro, ma siamo sicuri che altrimenti ci sarebbe stata tanta gente sul Corso con quelle temperature?) Lilesa ha dimostrato semplicemente di essere il più forte, sorprendendo, è il caso di dirlo, la folta pattuglia keniana che oltre al già citato Bett, poteva contare anche su Isaac Tanui e Richard Sigei, classificatisi secondo l'esatto ordine davanti anche all'ugandese Moses Aliwa e al toscano Stefano La Rosa, sicuramente positivo nonostante in un periodo di forma non particolarmente brillante. In fondo i pensieri del carabiniere grossetano sono rivolti soprattutto all'inverno, con la parentesi del cross e soprattutto con i campionati europei indoor di Torino, quando ci saranno da sfatare alcuni tabù, sia verso gli stessi impianti al coperto, sia verso il cronometro. Ma nel frattempo il ventitreenne si presenterà anche sabato al via del Giro al Sas, l'altra grande kermesse trentina che da oltre 60 anni va a braccetto con il Giro Podistico di Rovereto, ultima fatica della solita intensissima stagione organizzativa dell'US Quercia Trentingrana.
Tornando alla gara, da segnalare anche l'ottimo decimo posto dell'altoatesino Hannes Rungger, capace di lasciarsi alle spalle personaggi quotati del calibro di Giovanni Ruggero, Marco Salami e Merhium Crespi.
Nella prova femminile che ha aperto il trittico di gare, agevole e scontato successo per Eleonora Berlanda mentre tra i master sono stati i colori della Quercia ad avere la meglio, grazie all'opera di Paolo Bertazzoli.

Tutte le classifiche sono disponibili sul sito dell'Us Quercia...

giovedì 2 ottobre 2008

Aggiornamento Graduatorie

Sono state finalmente aggiornate le graduatorie trentine con un ritardo dovuto soprattutto all'inserimento dei campionati regionali allievi.
Le liste odierne possono essere considerate definitive per quanto riguarda le categorie junior, promesse e senior visto che la loro stagione è pressochè conclusa, prendendo atto che nè US Quercia nè Gs Valsugana intendono prendere parte alla finale argento dei CdS Under 23 in programma a Cosenza. Possibili di variazioni invece le graduatorie Allievi/e: da domani e fino a domenica a Rieti si svolgeranno i campionati italiani di categoria e quindi è quasi auspicabile che qualcosa cambi nelle liste stagionali per i 15 atleti trentini impegnati in terra sabina.

In attesa quindi di un ulteriore aggiornamento...buona consultazione e se ci fossero imprecisioni o mancanze non mancate di segnalare il tutto.

Ps. A breve saranno pubblicate anche alcune foto di Lodi, non tante per la verità...ma qualcuna sì.

lunedì 29 settembre 2008

Finale Oro: valsuganotte quinte, gialloverdi undicesime ma con molti rimpianti

Si è chiusa in quinta posizione, ad una ventina di punti dal podio finale, la corsa del GS Valsugana nella seconda finale Oro della storia della società perginese, un traguardo tagliato contemporaneamente alle ragazze dell'Us Quercia che hanno però dovuto fronteggiare un undicesimo posto assolutamente bugiardo e figlio della sfortunata serie di inconvenenti capitata alle principali alfiere giallverdi delle lunghe distanze. Gli infortuni di Veronica Chiusole e Cinzia Scarpignato (a cui potrebbero aggiungersi le difficoltà stagionali di Federica Dal Rì) hanno di fatto privato la società roveretana del settore lunghe distanze, facendo mancare dal bottino finale almeno una 60ina di punti (senza esagerare anzi, arrotondando per sommo difetto) che avrebbe lanciato le lagarine a ridosso delle prime 6 posizioni. Un autentico peccato, visto che in pista le altre ragazze gialloverdi hanno espresso prestazioni assolutamente positive, senza eccezione alcuna: vederle relegate al penultimo posto della classifica lascia una certa amarezza, soprattutto in considerazione dell'effettiva (ed oggettiva) impossibilità a fare meglio, alla luce delle assenze. Un finale di stagione decisamente amaro per la Quercia Rovereto che, alla luce dell'impegno profuso in pista, meritava senza dubbio maggior fortuna...ma la stagione evidentemente era partita male, e male doveva concludersi. Ed il riferimento è soprattutto all'incredibile serie di infotuni e sfortune patita in questi mesi, senza la pretesa di citarli tutti...
Così al termine della due giorni di Lodi la festa maggiore l'hanno fatta le ragazze valsuganotte, autentiche dominatrici del mezzofondo lodigiano con 3 vittorie e 2 secondi posti nelle 4 gare di riferimento (800, 1500, 5000 e 3000 siepi). In quest'ottica le vere trascinatrici della formazione perginese sono state la tanzaniana Zakia Mrisho e la castionese Lorenza Canali, protagonista assoluta la prima di 1500 e 5000, con la seconda capace di firmare il doppio giro di pista dopo aver chiuso in scia alla compagna di colori i 1500 metri. Importanti punti conquistati anche da Elisa Zanei nel lungo con un secondo posto a 6 metri ed 11 accompagnato da una notevole delusione per potenzialità, a suo dire, non espresse a pieno nel corso di una stagione comunque di pregevole fattura. Già ricordato dei podi di Barbara Tava e Patrizia Facchinelli, menzione particolare anche per Giulia Saturni, quinta nel disco con 46,00.

La festa e premiazione finale porta le ragazze valsuganotte ad un incredibile e storico quinto posto (ed in condizioni ottimali il podio non sarebbe probabilmente sfuggito) mentre poco più in là le ragazze gialloverdi vivono con la serenità di chi sa di aver dato tutto la delusione di un piazzamento meno memorabile ma nel quale si evidenziano le perle di Martina Giovanetti (seconda nei 100, quarta sulla distanza doppia), i due quinti posti di una generosa Eleonora Berlanda, la disponibilità di Doris Tomasini a sacrificare la vetrina personale nella velocità per dare il proprio contributo nei 400 metri e nelle staffette, la forza mentale e caratteriale di Irene Raccanelli, la maturità di Helga Ganassini e Sara Fabris, l'esperienza delle "chiocce" Anna Busetti, Lucia Leonardi e Maura Marchiori, l'effervescenza ed entusiasmo delle Piccole Querce, che se non altro hanno trovato spazio per incamerare una piccola ma comunque importante dose di esperienza.

In fondo l'esperienza insegna, senza dubbio. Ed è l'augurio che gli appasionati di atletica si fanno nella speranza che lo staff federale si convinca a cambiare (o forse stravolgere) la formula di questi Campionati di Società che, pur comprendendo la volontà iniziale di favorire le società che guardano anche ai settori giovanili, si sono rivelati piuttosto poco spettacolari, oltrechè assolutamente lontani da un minimo di intuitività. Poteva essere l'occasione per uno spot all'atletica fatta di sacrificio e lavoro lontano dal professionismo dei gruppi militari, ma purtroppo in molte occasioni il rischio è stato di ottenere il risultato opposto, con gli stessi operatori Rai costretti a qualche salto mortale e gioco di dirette e repliche per evitare di mandare in onda scene che avrebbero finito col danneggiare il già cattivo momento del movimento nazionale. Urge una veloce ripensata, anche e soprattutto se si pensasse ad un improbabile confronto tra lo spettacolo offerto dal Top Challenge di Firenze e quello della finale lodigiana. A breve arriveranno anche le elezioni federali, speriamo che nel frattempo qualcuno riesca anche a pensare a modificare questi cds.

Ah dimenticavo, i vincitori! Per il settimo anno conclusivo lo scudetto femminile ha marchiato la casacca bianca della Fondiaria Sai, capace nella seconda giornata di rimontare le reatine della CaRiRi, mentre al maschile il tricolore ha premiato i canarini dell'Assindustria Padova, trainati da un ottimo Maurizio Bobbato. Ma tutti i numeri sono consultabili sul sito federale...

sabato 27 settembre 2008

Finale Oro di Lodi - Prima giornata: il GS Valsugana va trainato dal mezzofondo

Nel freddo del pomeriggio di Lodi si è svolta la prima giornata della Finale Oro dei Campionati di Società, evento organizzato con notevole precisione dalla Fanfulla Lodigiana pur in un impianto che forse non si adatta al meglio a manifestazioni di questo tipo, vuoi per la presenza di una tribuna piuttosto esigua, vuoi per la mancanza delle otto corsie che avrebbero snellito le gare di velocità, vuoi per l'assenza di un sistema di illuminazione.
Ma alla riprova dei conti la prima giornata ha regalato sprazzi di piacevole atletica che, per certi versi, ha esaltato le ragazze del GS Valsugana letteralmente trainate dal settore del mezzofondo. La doppietta conquistata nei 1500 metri è stato senza dubbio il momento migliore in ottica trentina: la tanzaniana Zakia Mrisho non ha atteso che poche centinaia di metri prima di rompere gli indugi e salutare la concorrenza, regolata nel giro finale da Lorenza Canali capace in chiusura di stagione di migliorare il proprio fresco personale sulla distanza scendendo a 4'24"87 precedendo nell'ordine la romagnola Margherita Magnani, la piemontese Valentina Costanza e la trentina Eleonora Berlanda (4'26 e spiccioli).
Sportivamente parlando è stato sicuramente il momento migliore, ma il più toccante in assoluto è stato rivedere in pedana Irene Raccanelli. Non è ancora la martellista che solo nella scorsa stagione sognava il pass per gli eurojunior, ma visto quelle che ha passato in questi ultimi mesi la ventenne modenese, il solo rivederla all'interno della gabbia pronta a scagliare a 41 e più metri la sua sfera da 4 chili da quella sensazione di piacere e commozione davvero profonda.
L'altro acuto principale in chiave trentina è stato il secondo posto di Martina Giovanetti nei 100 metri: la ventunenne di Mattarello, tornata a vestire il gialloverde della Quercia ha ottenuto un pregevole 11"56 (vento generoso, +2,2) che le ha consentito di chiudere in scia alla quotata uzbega Khubbieva, regalando il più importante bottino parziale di giornata alla società di Carlo Giordani che ha dovuto fare i conti anche con i forfait in extremis di Veronica Chiusole e Cinzia Scarpignato, lamentando così un complicato vuoto nei 3000 siepi, prova di livello onestamente modesto e vinta dalla junior bolognese Colì davanti alla rotaliana Barbara Tava che senza eccellere particolarmente ha portato in dote alla causa valsuganotta la bellezza di 23 punti davvero pesanti. Un po' come quelli che hanno accompagnato il terzo posto di Patrizia Facchinelli nei 5 km di marcia: 24'08" e spiccioli il tempo della ventiquattrenne studentessa di ingegneria che ha letteralmente distrutto il proprio personale. In chiusura di pomeriggio, spazio ancora per la velocità targata Quercia con la staffetta veloce (Simionato - Tomasini - Ganassini - Giovanetti) autrice di un ottimo 46"80 che è valso il terzo posto assoluto alle spalle della CaRiRi di Giulia Arcioni e dell'Italgest della giovane e promettente Marta Manfioletti.
Il resto del programma ha offerto una pimpante Luisa Costa, ancora in grado di limare un paio di centesimi dal personale nei 100 metri ad ostacoli (14"48, ottava) un'onesta Valeria Marconi (sesta nell'alto a 1,73), una discreta Sara Fabris (settima nel triplo con 12,57), una Doris Tomasini che ha re-incontrato con qualche amarezza i 400 metri (57"09, sesto tempo) mentre Rossella Rigoni stiracchiava un placido sorriso (58"39, decima) e Anna Busetti portava il suo contributo di esperienza nel getto del peso.

Domani si chiude il programma, qualcuno è chiamato al bis (su tutte Canali negli 800 e Giovanetti nei 200), qualche altra alla pronta riscossa (una cattiva e determinata Elisa Zanei), qualche altra infine all'acuto finale di una stagione lunghissima, intensa e stancante. Stanchezza emersa in tutta la sua pesantezza dall'intera pista lodigiana...

Tutti i risultati...

giovedì 25 settembre 2008

La finale dei Societari chiude la stagione della pista... Quercia e Valsugana in cerca di un posto sul podio?

Ormai siamo agli sgoccioli. Il prossimo fine settimana chiuderà di fatto la stagione assoluta su pista, lasciando l'onore di completare l'opera alle categorie giovanili con gli ultimi campionati italiani (allievi a Rieti, cadetti a Roma) ed i campionati di società under 23. Stagione lunga, che in molti ormai non vedono l'ora che finisca per poter ricaricare le pile e soprattutto staccare per qualche giorno la spina e riposare anche la mente, oltre che il fisico. Ma questa ultima due giorni si prospetta comunque interessante, nonostante la stanchezza si candidi a interpretare il ruolo di protagonista principale della disfida di fine settembre. Il più stuzzicante degli interrogativi che emerge a pochi giorni dalle finali, soprattutto quella Oro di Lodi, riguarda la formula stessa dell'evento, per la prima volta aperto agli under 18, per la prima volta con precise indicazioni sugli atleti per categoria da schierare, per la prima volta con la possibilità di schierare due atleti per gara, per la prima volta dedicato soltanto alle società civili, che possono così riabbracciare senza patemi di sorta gli atleti militari lasciati, magari a malincuore, nelle scorse stagioni.

Un elemento quest'ultimo, che insieme ai dettami del regolamento, sembra poter garantire grande equilibrio ad una due giorni di gare ricca di protagonisti. Non ci saranno tutti, ma gran parte dei principali azzurri scenderanno in campo con una divisa diversa dal solito; alcuni nomi qua e là: Andrew Howe vestirà il rossoblu della CaRiRi, Anita Pistone il blu notte dell'Italgest, Elena Romagnolo ed Ester Balassini la casacca del Cus Bologna, Benedetta Ceccarelli e Clarissa Claretti rinsalderanno le assicuratrici della Fondiaria Sai, il poliziotto trentino Silvano Chesani tornerà a vestire l'azzurro della 100 Torri Pavia, i finanzieri Claudio Licciardello, Simone Collio e Fabio Cerutti si ritroveranno avversari rispettivamente in difesa della Libertas Catania, della Pro Sesto e della Riccardi (con lui anche Ivano Brugnetti), senza scordare Eleonora Berlanda e Martina Giovanetti chiamate a vestire nuovamente il gialloverde della Quercia. Insomma, un autentico rimescolamento di carte, con l'aggiunta di un pizzico di atletica straniera per rimpinguare le rose di molte società, soprattutto per quanto riguarda il mezzofondo.

Difficile ipotizzare chi possano essere le vere favorite, anche se la stagione lascia intendere come la Bruni Vomano dei giovani Greco, Capotosti e Sabbio possa recitare un ruolo di primo piano nella classifica maschile assieme, presumibilmente, a Riccardi (Cerrutti, Vian, Brugnetti), CaRiRi (Guazzi, i Donati, Howe) e Libertas Catania (Cavallaro, Di Gregorio, Licciardello e Andrea Longo i primi che vengono in mente). Ma si sa come a fare pronostici spesso si sbaglia e quindi forse è meglio evitare di lanciarsi in difficili previsioni e passare a analizzare la competizione femminile che più interessa l'atletica nostrana, per la possibilità di riproporre l'ennesimo (e penultimo, c'è ancora l'U23 di Cosenza...) atto del duello tra Us Quercia e Gs Valsugana. Nelle precedenti due occasioni stagionali (Top Challenge e Campionato Regionale, per quel che può valere vista la nuova formula) a prevalere sono state le valsuganotte, ma molteplici indizi lasciano intendere che il ristrutturato campo di Lodi (da pochi giorni è stata ultimata anche la copertura della tribuna) potrebbe regalare una significativa rivincita alle lagarine che, pur prive della keniana Jepchumba, sembrano vantare una squadra più competitiva e maggiormente in salute. Gli infortuni di alcune pedine chiave per la nuova formula dei CdS (sopratutto la junior Dallo e la promessa Bizzotto, con in più i problemi che attanagliano l'allieva Marchi) costringono la società di Pergine ad alcuni giochi di prestigio per rispettare le indicazioni federali e nel computo finale tutto ciò si potrebbe trasformare in un leggero ma importante deficit di punti, in un duello che vede la velocità a tinte nettamente gialloverdi (Martina Giovanetti e Doris Tomasini contro Claudia Baggio e Rossella Rigoni), salti in estensione equilibrati nel duplice confronto Zanei - Fabris e mezzofondo più sbilanciato in favore delle valsuganotte, grazie all'apporto dell'ex di turno, la tanzaniana Zakia Mrisho, di Lorenza Canali e Barbara Tava, contrapposte a Veronica Chiusole, Eleonora Berlanda e Cinzia Scarpignato.
Lanci sostanzialmente in equilibrio (Marchi e Saturni da una parte, Basaldella e la ritrovata Irene Raccanelli - che vittoria la sua! Bentornata Irene!!! - dall'altra), ostacoli in leggera salsa valsuganotta (Simionato e Ganassini dovranno vedersela con Costa e Girardi e con l'incognita Fazio Tirrozzo) e salti in altezza decisamente sbilanciati a favore delle fersinesi, con Valeria Marconi soprattutto a recitare un ruolo importante.

Ma come detto, in una classifica che terrà conto non solo dei migliori piazzamenti, ma anche delle "seconde scelte" (definizione pessima, ma che purtroppo rende bene l'idea), il bacino giovanile della Quercia (Menolli, Cestari, Martini, Ceriani, la rientrante Foladori) potrebbe garantire quel qualcosa in più in termini di punteggi obbligatori, per permettere alle gialloverdi di sopravanzare le ormai storiche rivali del GS Valsugana e, perchè no, magari permettere alla società di Carlo Giordani di atterrare su un gradino del podio finale. Difficile? Forse sì, ma non impossibile, per entrambe le società trentine. Se a priori il discorso sembrava chiuso tra Fondiaria Sai e Italgest Milano (l'ex Camelot, per capirci), alla vigilia i giochi sono decisamente più aperti e comprendono imprescindibilmente anche il Cus Bologna (già citate Romagnolo e Balassini, ma anche Costanza), il Cus Cagliari di Grenot, Tommasetti e Bani, e la CaRiRi di Giulia Arcioni e Valentina Anniballi mentre le due favorite della vigilia lamentano un preoccupante calo (finanziario - tradotto in mancata convocazione delle straniere - e fisico) aprendo di fatto la porta agli inserimenti di altre formazioni, Quercia e Valsugana in primis.
Sarà una sfida al cardiopalma, su questo non ci sono dubbi, se non altro perchè le classifiche prenderanno una fisionomia certa solo al termine delle 4x400, quando inizieranno i giochi degli scarti... insomma, una vicenda tutt'altro che intuitiva, ma sicuramente emozionante...

E non vanno dimenticati gli altri alfieri della Quercia, quelli che si stanno preparando ad affrontare l'eterna trasferta di Molfetta per partecipare alla Finale A1: nella scia di Davide Deimichei, il settore maschile della società roveretana avrà la possibilità di completare l'ennesima doppietta, contando sull'apporto, tra gli altri, di Loris Pinter, Mattia Gasperini, Peter Lanziner, Wilson Busienei...

mercoledì 24 settembre 2008

Arge Alp, Trentino terzo con buoni riscontri...

Si è chiusa al terzo posto complessivo l'avventura della rappresentativa trentina all'ormai consueto Arge Alp, il meeting internazionale dedicato alle formazioni delle regioni che compongono il gruppo di lavoro dell'arco alpino. La vittoria è andata alla Lombardia, squadra decisamente quotata che ha trovato ulteriore spinta nei salto di Silvano Chesani, vincitore dell'alto con un convincente 2,15, superato in tranquillità prima di fallire di un niente un paio di tentativi a 2,20. Dietro di lui, a sorpresa, un eccellente Loris Pinter che nonostante i problemi al ginocchio e una lunghissima assenza dalla pedana ha saputo centrare al primo salto il passaggio a 2,05 per soffiare così il secondo posto al padrone di casa Thomas Gallizio.
La formazione trentina guidata in terra venostana dai tecnici Sergio Bonvecchio, Elio Bert e Graziano Paissan ha comunque potuto gioire per i successi parziali di Doris Tomasini (200), Francesco Nadalini e Silvia Chemotti (1500) e di Barbara Tava (3000), per i secondi posti di Helga Ganassini (400hs), Rossella Rigoni (800), Elisa Zanei (lungo), Sara Fabris (triplo) e per le buone prestazioni di Roberto Durante (asta), Lorenza Canali e Giordano Benedetti (400), Daniele Traficante (disco), Cristian Cristelotti (110hs) che insieme agli altri protagonisti hanno contribuito a portare nella saccoccia trentina i punti necessari per restare in scia alla formazione altoatesina, inseritasi alle spalle dei lombardi. Tra gli altri protagonisti della lunga (lunghissima?? forse valeva la pena dividere in due giornate il tutto...) mattinata di Lana anche l'olimpionico brissinese Christian Obrist, l'azzurra bergamasca Marta Milani ed la spumeggiante ticinese Irene Pusterla.

Ma l'Arge Alp di Arco dell'anno scorso era stata tutta un'altra cosa...

Le foto...

I risultati completi...


La classifica finale...

venerdì 12 settembre 2008

Gradutorie - aggiornamenti con aggiunte

Ulteriore aggiornamento delle graduatorie nostrane a poche settimane dalla chiusura della stagione su pista, almeno per quanto riguarda i senior, visto che allievi, junior e promesse avranno da sudare fino a metà ottobre.

Rispetto alla versione precedente sono state operate alcune correzioni (tolto il tempo di Helga Ganassini di Ginevra, sistemate le incongruenze nel giavellotto femminile), aggiunti a mano i risultati del Palio della Quercia che ancora non sono stati inseriti in graduatoria e soprattutto inseriti in lista tempi e misure degli atleti trentini militari... se dovessero esserci delle imprecisioni o mancanze non esitate a segnalare il tutto.

Ah, non poteva mancare la marcia...e quindi in coda alle graduatorie del mezzofondo sono disponibili anche i riferimenti in pista, dai 2 ai 10 chilometri!

Al prossimo aggiornamento...

giovedì 11 settembre 2008

Il Palio non delude, Cusma e Riparelli nemmeno

Regina doveva essere e Regina è stata, magari meno convincente dell'anno passato, ma ugualmente autoritaria, cattiva, determinata e soprattutto vincente. Tatyana Lebedeva ha impersonato al meglio il ruolo di prima stella del Palio della Quercia numero 44, un ruolo cucito a misura sul suo carattere di grande agonista accompagnato da una gentilezza di base degno di ragazza (o donna...) di gran classe. La trentaduenne di Volgograd è riuscita quindi nell'intento di bissare il successo dello scorso anno nel salto triplo, anche se a dire il vero il cammino della campionessa del mondo in carica non è stato esente da difficoltà: dopo un primo salto di approccio, quasi di sicurezza, i successivi tre tentativi sono si sono rivelati infruttuosi per una certa qual mancanza di feeling con la pedana dello Stadio Quercia ("Un po' troppo dura, me la ricordavo migliore" dirà a fine gara) che ha portato a misure di scarso valore. Ma al quinto tentativo, la Lebedeva è riuscita a sistemare alcuni dettagli per ottenere il 14,84 sufficiente al successo, misura che le ha permesso di lasciare alle spalle la kazaka Olga Rypakova (14,73), al comando sin dai primi frangenti del concorso. Terza piazza per l'altra russa Anna Pyatykh, seguita dalla connazionale Udmurtova e dalla Greca Devetzi, rallentata dopo il primo salto da una complicazione al quadricipite sinistro che impediva al bronzo di Pechino di spingere a dovere soprattutto nello "step", il secondo atto del triplice salto.

Non appena le ragazze hanno lasciato la scena, in pedana sono entrati i protagonisti della sfida maschile che ha saputo registrare un concorso di intensità e qualità assolutamente comparabili, in cui è emerso in tutta sicurezza il brasiliano Jadel Gregorio con un prezioso 16,93, trovato al quarto turno di lanci per mettere al sicuro il risultato dal ritorno del russo Spashovkhodsky (16,91) e del bahamense Sands (16,88), bronzo olimpico ed incappato a sua volta in una serata poco positiva culminata con l'infortunio dopo la terza prova.

Le altre due prove qualitativamente davvero interessanti sono state probabilmente i due giri di pista maschili, con o senza ostacoli. Nei 400 metri la vittoria è andata al giamaicano Sanjay Aire che grazie ad uno stuzzicante 45"77 ha messo la propria firma in una gara che ha salutato anche il russo Kokorin ed il trinidegno Stephens al di sotto del muro dei 46 secondi mentre sulla barriere basse è stato l'inglese David Greene a tagliare per primo il traguardo con un discreto 49"53.

Capitolo concorsi: niente di particolarmente eclatante è stato offerto da asta e alto (5,40 di Borgelin e 1,91 della Shkolina), seguiti da un discreto giavellotto (79,34 del tedesco Vieweg) ed un insipido concorso del peso che non ha convinto nella formulazione proposta dalla Federazione Europea in via sperimentale. Alla fine dei giochi la classifica ha rispecchiato i valori in campo (autorevole Vili - 19,73, concreta Gonzales - 18,69, appannata Rosa - 17,58) ma lo sviluppo della gara ha lasciato amaro in bocca tanto alle protagoniste, quanto al pubblico.

Ma veniamo alle prove che hanno saputo regalare maggiori soddisfazioni anche ai colori azzurri, a cominciare dal doppio giro di pista femminile, regolato per il secondo anno consecutivo dall'emiliana Elisa Cusma, capace di scendere per l'ennesima volta in stagione oltre il muro dei 2 minuti per siglare un 1'59"84 che rientra tra le cose più ragguardevoli della serata. Alle spalle della ventisettenne dell'Esercito si è infilata un po' a sorpresa la spagnola Fernandez ma a sorprendere maggiormente è stata la trentina Lorenza Canali, capace di disintegrare il proprio personale per scendere ad un insperato 2'03"66 che la proietta verso tempi davvero interessanti. L'atteso salto di qualità è finalmente arrivato e molto probabilmente il Palio di ieri sera ha segnato il definitivo passaggio di consegne tra il passato del mezzofondo veloce di casa nostra, impersonificato da Eleonora Berlanda, ed il futuro che sembra poggiare sulle spalle della stessa Canali.
Ed a proposito di futuro, molto probabilmente Giordano Benedetti avrà a breve una nuova occasione per inseguire il record italiano juniores, anche se nella scena roveretana il diciannovenne finanziere è apparso ancora in debito di brillantezza ed incapace di tenere un ritmo non impossibile. La lunga e faticosa stagione inizia a pesare tanto sulle gambe che nella mente dell'allievo di Gianni Benedetti che comunque ha saputo staccato un onesto 1'48"77 nella prova vinta dallo yankee Nick Simmonds in 1'46"14 davanti al polacco Lewandowsky con un brillante Lukas Rifesser autore di 1'47"42.
Ottimi segnali trentini sono giunti anche dai 1500 metri, gara tutta azzurra inserita su richiesta dello staff tecnico: la vittoria è andata all'italo-etiope milanese Merhium Crespi, ma nella sua scia si è infilato un pregevole Francesco Nadalini che ha messo le mani sul secondo posto con un buon 3'48 e spiccioli. Come naturale il mezzofondo prolungato ha parlato in favore degli africani, anche se non è stata doppietta keniana per merito della tanzaniana Zakia Mrisho (ex Quercia ed ora tesserata per il Gs Valsugana) che nei 3000 metri ha pareggiato il record del meeting correndo in 8'44"78 lasciandosi alle spalle le gazzelle degli altopiani compagne di fuga mentre poco più indietro la pusterese Agnes Tschurtschenthaler arrivava al personale sfiorando il muro dei 9': 9'02"05 e sorriso ritrovato dopo le ultime non esaltanti uscite.

Ma veniamo alla velocità pura, quella dei 100 metri. Al femminile nessuna novità particolare, se non l'11"32 che ha regalato il successo alla statunitense Michelle Lewis (11"56 di una discreta Vincenza Calì) per vedere poi Martina Giovanetti tagliare il traguardo in sesta posizione con un buon 11"62 (alla velocista ventunenne di Mattarello è andato anche il Premio Ivana Benedetti, in memoria della moglie di Edo, fondatore tra le altre cose dell'Us Quercia) pochi minuti dopo la vittoria nella serie B di Doris Tomasini (11"70). Diverso il discorso per la prova maschile, dove a vincere è stato un italiano. Sì, proprio un italiano...anche se di sangue misto camerunense per grazia di madre. Jacques Riparelli a Rovereto ha riconfermato di gradire a dismisura l'aria trentina, riuscendo a sorprendere avversari decisamente più quotati (l'inglese già iridato giovanile Aikines-Aryytey o lo statunitense Rodgers) per piombare sul traguardo col nuovo personale di 10"24, sospinto anche da una generosa brezza di +1,8 m/s. Un tempo assolutamente inatteso dal venticinquenne padovano che ha potuto così completare la giornata speciale del tecnico Adriano Benedetti che da oggi potrà tornare a cullare i suoi gioiellini Riparelli e Canali. Nella seconda serie, buon 10"66 di Davide Deimichei, ma in fondo è cosa già vista quest'anno...

In fondo non è stato un Palio particolarmente memorabile, ma come ormai tradizione l'appuntamento della Quercia sa sempre emozionare e regalare momenti di grande intensità e spettacolo. Ora, e questa volta è sicuro, l'ormai logora pista saluta tutti e se ne va, dalle prossime settimane inizieranno i lavori di rifacimento e allargamento ad 8 corsie, per ricominciare nel 2009 la caccia alle altre stelle dell'atletica mondiale.

Le foto di Marco Togni...

I Risultati completi sul sito della Quercia...

mercoledì 10 settembre 2008

Creval Meeting a Chiuro: sorrisi tirati per la formazione trentina

Non si può certo dire che la trasferta di Chiuro abbia regalato grandi soddisfazioni, soprattutto dal punto di vista sportivo.
E' stata sicuramente una due giorni piacevolissima, utile per rinsaldare lo spirito di gruppo, per divertirsi un po' insieme, per assaggiare le specialità tipiche della Valtellina ma...in pista...poteva andare decisamente meglio.
Inutile nasconderlo, la formazione, soprattutto in campo maschile, era decisamente rimaneggiata e già sulla carta penalizzata nei confronti delle formazioni avversarie. Le difficoltà si sono poi palesate anche in pista, con l'eccezione di qualche buon risultato, come l'intelligente prova di Matteo Pancheri, del dolorante Marco Galvan, di Loris Eccher e Pietro Zandonai, al debutto assoluto in rappresentativa. Una menzione anche per Norbert Bonvecchio, alle prese con il mal di schiena ma comunque disposto a coprire la gara dei 100hs...sicuramente non la sua specialità preferita.

Decisamente meglio è andata per le ragazze che in molte prove hanno battagliato per il podio, come nel caso dei 100 metri con le prime posizioni monopolizzate dalla coppia Tomasini - Baggio che ha poi contribuito (insieme a Luisa Costa ed Elisa Girardi) anche al secondo posto della staffetta veloce.
Piazza d'onore conquistata anche dalla stessa Costa nei 100hs (eppure a tutti è sembrato che a vincere fosse proprio la borghigiana, un parere che solo il giudice del fotofinish fantasma non ha condiviso), da Sara Fabris nel salto triplo e da Valeria Marconi nell'alto, pur frenata dal solito doloroso problema alla caviglia del piede di stacco. Un posto sul podio se l'è ritagliato anche Patrizia Facchinelli nella marcia, sulla distanza sprint dei 2 chilometri. Il settore mezzofondo è stato abbastanza deficitario, se non fosse per l'oculato 1500 di Silvia Chemotti... insomma, alla fin dei conti è sembrato naturale chiudere la classifica generale in ottava piazza...ma le scusanti in fondo ci sono tutte.

Le foto da Chiuro...

Tutti i risultati...

Foto e (prossimamente) video della gara da parte dell'organizzazione...

lunedì 8 settembre 2008

L'eccitazione del Palio, tra stelle e stelline, re e regine

Non so perchè, ma ogni anno dal momento della presentazione del Palio mi sento pervaso da quel senso di sottile eccitazione che si respira nei momenti importanti. Quest'anno quasi più dei precedenti, forse perchè in fondo l'avventura di questo Palio numero 44 è partita un po' in sordina, con la preoccupazione di Carlo Giordani per un budget ancora più limitato del solito che sembrava poter tarpare le ali della creatura dell'Us Quercia in una stagione già di per sè critica per l'Olimpiade e per la necessaria rinuncia ai lavori di rifacimento e completamento della pista dello stadio roveretano. Sin dai primi mesi dell'estate sembrava profilarsi un Palio in tono minore. Oggi, a due giorni dall'evento, il pericolo sembra essere scongiurato. Almeno sulla carta il Palio 2008 si conferma stellare, con ben 11 medaglie olimpiche di Pechino pronte a scendere sulla vecchia ed ormai logora pista lagarina che nel suo ventennio di storia ha però salutato le imprese di tanti assi dell'atletica mondiale. L'ultima regina ad averla accarezzata è stata Tatyana Lebedeva e sembra quasi che l'anello rosso di via Palestrina abbia deciso di resistere ancora un anno per permettere alla cavalletta russa di volare ancora una volta su di sè, magari per concederle quei due centimetri che dodici mesi fa la separarono dai 15 metri, frontiera dell'eccellenza del salto triplo anche in una stagione dove la finale olimpica ha registrato ben sei ragazze oltre tale limite. La Lebedeva sarà ancora a Rovereto, è già a Rovereto, ma la riconferma sarà dura, perchè lo sceneggiatore ha voluto mettere tra lei e la corona avversarie di grandissimo rango, come la greca Devetzi, le connazionali Gurova, Pyatykh, Udmurtova e Saladuha, la kazaka Ripakova e la slovena Sestak, ragazze che a Pechino hanno assaporato l'aria della finale. Una sfida tosta, tostissima, per la regina uscente che però non teme le rivali, come ha dimostrato anche domenica a Rieti...

E all'ombra del Terminillo c'era anche lei, la principessa della velocità, la giamaicana Shelley Ann Fraser, la più veloce di Pechino, la campionessa olimpica dei 100 metri. Con lei il vessillo della repubblica di Kingston sventolerà anche nella Città della Pace, così come per il collega e connazionale Michael Frater (oro nella 4x100 da record), già vincitore lo scorso anno nel Palio 2007. E che dire del peso donne? della nuova sfida tra la maori Valerie Vili, la bielorussa Mikhnevich e la cubana Gonzales, con le azzurre Chiara Rosa e Assunta Legnante a cercare spallate significative. Ed ancora i bronzi di Yurchenko nell'asta e di Sands nel triplo, o l'intrigante 800 in cui Elisa Cusma andrà alla caccia delle russe Kostestkaya e Shapayeva, senza perdere d'occhio la slovena Langerholc e l'inglese Meadows, già protagonista di accesi duelli con la ventisettenne emiliana.

E a proposito di 800...si potrebbe rinnovare l'appuntamento per Giordano Benedetti con il record italiano juniores, distante poco più di mezzo secondo (sulla strada del lavisotto anche Kibet, già suo rivale ai mondiali juniores), mentre nella serie A toccherà a Lukas Rifesser tenere alto il tricolore dall'attacco straniero guidato dal keniano Koech. Ed allungando le misure, un 5000 di alto profilo con interpreti capaci di avvicinare il muro dei 13 minuti (e Meucci e La Rosa a fare esperienza) ed un 3000 metri in cui Silvia Kybet cercherà di difendere il successo dello scorso anno dall'attacco di Vivian Cheruyot, la vincitrice di Zurigo, nella speranza che nella lotta possa inserirsi anche Silvia Weissteiner, pur apparsa in calo di condizione a Rieti, così come i compagni di allenamento Christian Obrist e Agnes Tschurtschenthaler. Sugli ostacoli ancora un giamaicano, il finalista olimpico Markino Buckley mentre al femminile sarà storica sfida tra Russia e Stati Uniti, con l'unica eccezione dell'umbra Daniela Ceccarelli.
Sì, gli italiani, ci sono anche loro: da Riparelli alla Calì, da Schembri a Bobbato, da Roberto Bertolini ad Adelina di Soccio, tutti alla ricerca di risultati interessanti, per chiudere al meglio una stagione dalla corrente alterna e capace di regalare emozioni contrastanti. E poi i trentini: su tutti i padroni di casa Tomasini, Deimichei e Giovanetti che affronteranno la prova dei 100 metri, accanto ai mezzofondisti Lanziner, Canali e Berlanda impegnati tra 5000 e 800, ciascuno col suo obiettivo personale, ciascuno in caccia di qualcosa da ricordare, anche se al cospetto di avversari di rango superiore.

Ma non la sentite anche voi questa strana eccitazione?

Appuntamento a partire dalle 19 di mercoledì, orari, dettagli e quant'altro sono disponibili sul sito della Quercia (www.usquercia.it/palio). Se tutto ciò non bastasse per la prima scossa di adrenalina, è possibile consultare anche la lista completa degli iscritti...

giovedì 4 settembre 2008

Graduatorie Trentine: da oggi disponibili sul blog!

Sono da oggi disponibili sul blog le graduatorie stagionali degli atleti tesserati per le società trentine. Al momento sono presenti le graduatorie delle categorie assolute, a breve verranno inserite anche quelle giovanili.

Per consultarle, distinte settore per settore, basta scegliere la voce nel menù a lato, oppure:

- velocità e ostacoli

- mezzofondo

- salti

- lanci

La speranza e l'intento è di tenerli aggiornati di settimana in settimana.

domenica 31 agosto 2008

Il trittico italiano: da Padova al Palio della Quercia, passando per il Guidobaldi di Rieti

Ad una settimana dalla chiusura dei Giochi Olimpici prende il via il tradizionale trittico di grandi meeting internazionali del calendario italiano con i tre eventi che, in una figurata graduatoria seguono di importanza il Golden Gala di luglio. Dieci giorni per rivedere all'opera sulle piste e pedane dello Stivale i grandi interpreti delle disfide pechinesi, a cominciare dalla serata odierna con il Meeting Atletica Mondiale, organizzato dall'Assindustria Sport Padova nell'ingombrante cornice dello Stadio Euganeo di Padova.
Tanti i protagonisti annunciati, da Tatyana Lebedeva a Michael Frater, da Me'Lisa Barber al padrone di casa Jacques Riparelli, dal vincitore di Zurigo Justus Koech all'ostacolista Danny MacFarlane. C'è chi inseguirà un record italiano (Chiara Rosa, davanti al suo pubblico, Anna Giordano Bruno nell'asta di Stacy Dragila), chi qualche rivincita dopo Olimpiadi non certo esaltanti (Martinez, Riparelli, Campioli, Bettinelli e Talotti, la stessa Micol Cattaneo), chi la migliore vetrina della grande atletica internazionale per mettersi in mostra.
Tra queste vanno inserite di diritto le due atlete trentine invitate all'appuntamento patavino, vale a dire Doris Tomasini nei 100 metri (Calì, Pistone, Barber e Poliakova tra le avversarie) e la padroncina di casa - per studio - Lorenza Canali nel doppio giro di pista, gara di livello decisamente elevato che offre un menù a base di Antonova, Cusma, Kostestkaya e Shapayeva, oltre alle "canarine dell'Assindustria" Santiusti e Finesso. Per loro sarà soprattutto una grande possibilità per fare esperienza, inutile fare proclami: si insegue il tempo da ricordare.

La prima a scendere in pista nella tiepida e leggermente umida serata padovana è proprio la velocista roveretana che conquista un prezioso settimo posto lasciandosi alle spalle la canarina della Costa D'Avorio Amdandine Allouh: un metro e più di vento contro limitano la sua azione ad un insipido 12"11, nella prova regolata dalla statunitense Me'Lisa Barber (11"54) davanti all'oro della staffetta veloce Yevgeniya Poliakova (11"57) ed al duo azzurro Vincenza Calì e Anita Pistone, rispettivamente accreditate di 11"62 e 11"72. Ma intanto si presenta già il triplo, con sua maestà Tatyana Lebedeva, già primatista di applausi dal discreto pubblico patavino.

Più soddisfacente, anche se forse meno del previsto, l'800 di Lorenza Canali: al termine è arrivata la stessa settima piazza della querciaiola, ma condita dal primato stagionale di 2'07"16, tempo figlio di uno strano rallentamento nel cuore del primo giro e delle successive difficoltà a tenersi aggrappata al treno della cubana Santiusti. La vittoria è andata comunque all'emiliana Elisa Cusma, capace nel rettilineo finale di sorprendere la finalista olimpica Tatyana Andrianova per fermare il cronometro su un 2'02"33 che testimonia da sè il tatticismo di una gara forse meno emozionante del previsto.

Proprio dallo Stadio Euganeo molti primattori si trasferiranno poi a Rieti per gareggiare nel pomeriggio di domenica, prima di salire in riva all'Adige al Palio della Quercia di mercoledì... iniziamo a conoscere i prossimi ospiti di Rovereto.

Marzola '80: i trentini spadroneggiano. Brillanti sopratuttto Tomasini, Deimichei e Benedetti

Il calendario metereologico dice che l'estate si chiude a fine agosto. Sarà, ma ieri al Campo Scuola di via Maccani sembrava di essere nel cuore della stagione calda: sarà per i 32 gradi, sarà per il solleone, sarà per quello che si vuole, ma non si può certo dire che il pomeriggio trentino non sia stato piacevole. A maggior ragione se il campo o meglio, la pista, ha fornito positive indicazioni per gli atleti nostrani impegnati nella 31ima edizione del Trofeo Marzola '80.
Le due gare più annunciate e attese erano i 100 e gli 800 metri maschili, per la presenza di altrettanto duelli davvero intensi di significati, Alessandro Guazzi vs Davide Deimichei tra gli sprinter e Giordano Benedetti vs Maurizio Bobbato sul doppio giro di pista.
Ebbene, in entrambi i duelli a sorridere sono stati i due protagonisti trentini che, pur senza acuti eccezionali, sono riusciti a fare loro il gradino più alto del podio ai danni dei rispettivi sfidanti, il velocista alense con un ottimo 10"68, il mezzofondista delle Fiamme Gialle con un tranquillo 1'50" e spiccioli, nuova tappa nel percorso che dovrebbe portare l'allievo di Gianni Benedetti in ottimo spolvero nel mese di settembre: lo rivedremo all'opera al Palio della Quercia, mercoledì prossimo.
Non aveva rivali, ma Doris Tomasini ha fatto comunque il suo, staccando sui 100 metri un probante 11"69, lasciandosi alle spalle una coppia tutta altoatesina composta dalla sempre più promettente Monica Lazzara e dalla potente Kelly Giaier.
Dopo la piccola delusione di Cles, Eleonora Berlanda non ha voluto mancare di mettere il proprio sigillo negli 800 metri, chiusi appena sotto i 2'10 precedendo la giovane romagnola Margherita Magnani poco prima che sulla pista gialloblu scendessero le quattrocentiste, impegnate a tener viva la memoria di Federica Bampi, la giovane atleta aquilotta prematuramente scomparsa nello scorso giugno. Al termine del giro di pista il successo è andato alla padovana Lara Rocco ai danni di una guardinga Lorenza Canali e di Helga Ganassini mentre il terzo Memorial di giornata (Il Trofeo Oscar Degasperi ha premiato Giordi Benedetti), quello intitolato a Massimo Eccher, ha celebrato Francesco Filipponi, primattore tra gli ostacoli bassi. Il mezzofondo prolungato ha messo in mostra la brillantezza di Micaela Bonessi e Francesco Nadalini, principali interpreti di un doppio 3000 metri caratterizzato da ritmi non asfissianti e chiusi rispettivamente in 9'32 e 8'17. Fra gli ostacoli alti, danza solitaria per Stefano Tedesco, come solitaria si è rivelata l'ascesa nell'asta di Chiara Zanelli, fermatasi a quota 3,50 poco dopo il successo del giovane decatleta bolzanino Marco Colombo (4,20) nel concorso maschile. L'unico concorso nei salti in estensione presentava la sfida in "famiglia Clarina" tra Jeudi Brito ed un Silvano Chesani al debutto con i colori delle Fiamme Oro. Accantonato per un giorno il salto in alto, il neo poliziotto si è affermato nel triplo (lo ricordiamo campione italiano under 20 la scorsa stagione) con un onesto 14,80, precedendo di una spanna il compagno di allenamenti.
Ad aprire il pomeriggio invece ci avevano pensato i martellisti di casa nostra: vittoria, manco a dirlo, all'aquilotto Nicola Scarpetta.

Le foto della giornata...


I risultati...

lunedì 25 agosto 2008

San Giacomo - Altissimo: Molinari e Valbusa, ancora loro

Confesso che un Altissimo così non l'avevo mai visto. O meglio, un cielo così limpido che permetta di ammirare l'intero Benaco, gran parte della Pianura Padana, i ghiacci del Bernina e dell'Ortles, le Dolomiti di Brenta e soprattutto di Fassa e, laggiù, tra Pasubio e Carega, persino i riflessi della Laguna Veneta. E sì che sono 15 anni che ci bazzico da queste parti...
Insomma, una giornata davvero splendida, condita da quell'aria frizzante portata dal violento temporale scatenatosi nel giorno precedente e principale autore di cotanta limpidezza.

Pioggia e temporale benedetti dai turisti
, un po' meno dagli atleti per i quali il panorama passa sicuramente in secondo piano rispetto al tracciato di gara, inevitabilmente reso insidioso dall'acqua e dall'umidità, pur mantenendo intatto il suo fascino naturale, sicuramente amplificato dalla formula della cronoscalata individuale. Cinque chilometri e poco meno di 900 metri di dislivello sono numeri in grado di comunicare a chiunque la durezza del percorso che da San Giacomo di Brentonico porta in vetta al Monte Altissimo di Nago, proprio davanti al rifugio Damiano Chiesa gestito da Danny Zampiccoli in collaborazione con la sezione Sat di Mori.

Doverosa premessa di una gara che ha fondato il suo essere sulla presenza dei vincitori della passata edizione, il camoscio di Civezzano Antonio Molinari e la fondista di Bosco Chiesanuova Sabina Valbusa, pronti a concedersi un prezioso bis a distanza di dodici mesi dal successo targato 2007. Troppo forti per la concorrenza e capaci ancora una volta di imporre la propria legge ai danni rispettivamente dell'altro sempre verde della corsa in montagna Claudio Amati e di Lorenza Beatrici che può a sua volta gioire vista la partecipazione fuori gara dell'olimpionica della Lessinina, portacolori sì della Forestale, ma non tesserata per la Fidal e quindi iscritta come escursionista. Vabbè, poco importa ai fini della classifica generale, mentre decisamente più scottanti sono quei 3 secondi che separano Silvia Pedri, prima ad affrontare le rampe del Baldo, dalla stessa Beatrici, presentatasi però in gara con la fatica della Toblino-Ranzo della sera precedente nelle gambe, così come il marito Max Chemelli.

Terzo tempo quindi per la Pedri dietro la quale si inserisce una coppia davvero particolare: la maestra Luisa Merz precede infatti l'allieva Giulia Miori, forse la più piacevole sorpresa dell'intera stagione della corsa in montagna trentina, per il suo essere ventenne alle prime armi e già capace di mettersi in bella evidenza, sia per convinzione e determinazione, sia per le doti fisiche.
A completare il podio maschile è invece l'orientista primierotto Carlo Rigoni che nel finale si prende tutto il merito del sorpasso ai danni di Federico Segatta, per sua stessa ammissione decisamente "cotto e carico di lavoro".
E così il Circuito Baldo, Brenta e Lagorai ha dato vita anche al suo penultimo atto, ora non resta che attendere il gran finale, previsto per domenica 7 settembre in quel di Castione, quando il profumo delle caldarroste farà da cornice alla nona ed ultima prova del circuito provinciale che incoronerà i nuovi campioni trentini di corsa in montagna. I nomi? troppo facile dire Molinari in campo maschile, mentre al femminile la leadership della Beatrici potrebbe essere messa in dubbio dalla sorpresa Pedri: l'ultima gara ed il gioco degli abbuoni saranno fondamentali per dirimere la questione.

Ah, prima di chiudere...doverosa citazione per due "turisti" dell'Altissimo, il presidente del Coni Trentino Giorgio Torlger e soprattutto il padrino del Crus Pedersano, Carlo Guerra, primo vincitore su queste stesse rampe nel lontano 1954 ed ancora oggi capace di tornare in vetta con passo sicuro e zaino sulle spalle. Come dire? Alla faccia della carta d'identità!

Le foto della giornata...


Le classifiche...

Melinda: Lorenza Canali sorprende Eleonora Berlanda; Ceccarelli, Deimichei, Zanei e Tomasini sul velluto

Le due gare più attese del sedicesimo Meeting Melinda erano molto probabilmente i 400 e i 1500 metri femminili, sia per la presenza di un cast di buon livello (Benedetta Ceccarelli, Francesca Endrizzi e le cubane Romero e Caballero da una parte, Eleonora Berlanda, Lorenza Canali e la marocchina Janat dall'altra), sia per alcuni significati nascosti tra le righe di una gara disputata nel bel mezzo della parentesi olimpica.
Sulla distanza più corta la umbra portacolori dei Carabinieri ha dimostrato di essere ancora in ottima condizione, pronta per cercare l'acuto nel mese di settembre, magari sulla stessa pista del Palio della Quercia di mercoledì 10: staremo a vedere, intanto la primatista italiana dei 400hs ha avuto la meglio col tempo di 44"19 della coppia cubana e della padroncina di casa, rallentata da una fastidiosa infiammazione all'arco plantare del piede destro che spiega meglio il 55"85 della rappresentante dell'Esercito.
La classica distanza del mezzofondo ha invece confermato il non perfetto stato di forma di Eleonora Berlanda che pur su ritmi per lei normali si è fatta infilare nel giro finale dalla più giovane Lorenza Canali, ormai a suo agio tanto sul doppio giro di pista quanto nei 1500 metri. Il tempo di 4'28 e spiccioli non è di sicuro gran cosa, ma la facilità e la disinvoltura esibiti in corsa lasciano intendere che nelle prossime settimane la castionera potrebbe finalmente regalarsi l'acuto anche nei cari 800 metri. Terzo posto per la Janat, seguita dalla nonesa Sara Berti e dalla trentina Elektra Bonvecchio.

Chi non ha potuto fare gli onori di casa è stato invece Stefano Petrolli, costretto da un problema al tendine a seguire dalla tribuna del suo campo la sfida tutta Fiamme Gialle sugli ostacoli alti che ha incoronato l'esperto Andrea Alterio (13"93) ai danni del più giovane Stefano Tedesco (14"31) mentre in precedenza lo stesso rettilineo principale aveva ospitato gli annunciati assoli di Davide Deimichei (10"73) e Doris Tomasini (11"93). Lo stesso si può dire del salto in alto e del getto del peso, dove ad imporsi sono stati gli atleti del veronese: per Valeria Marconi si è rivelato sufficiente un salto a 1,70 per mettere il proprio sigillo sulla gara prima di fermarsi per cautelare un piccolo fastidio alla caviglia di stacco; mentre dall'altra parte del campo Marco Dodoni staccava un 17,61 che gli consegnava la vittoria ma ben poche soddisfazioni.
In attesa di tornare a dar battaglia sugli 800 (il Palio della Quercia sembra fare al caso suo), Giordano Benedetti a Cles si è testato sul singolo giro di pista, chiuso da vincitore con 49"40 davanti ad un positivo Loris Eccher, al personale in 50"26 dopo una gara condotta completamente all'attacco prima del rettilineo finale in salita.
Agevoli vittorie sono arrivate anche da Francesco Nadalini nei 1500 metri e da Norbert Bonvecchio nel giavellotto, mentre la pedana del lungo ha regalato un nuovo salto a 7,32 di Pierluigi Putzu (eguagliato il fresco personale ottenuto ai regionali di Arco) ed il modesto 5,80 di Elisa Zanei, comunque sufficiente per garantirle il successo davanti alle altre due miss del gruppo Faifer, Luisa Costa e Chiara Bettinazzi.

E da oggi tutti a Dimaro! Ha infatti preso il via nella serata di ieri il consueto raduno residenziale estivo: una trentina di allievi e junior potranno lavorare per l'intera settimana sotto il controllo dei tecnici responsabili di settore; con loro anche un gruppo di atleti senior e alcuni militari.

Le foto della serata...

I risultati del Meeting Melinda...

mercoledì 20 agosto 2008

Coraggio, Martina...

Pesante come un macigno, terribile come una tragedia inattesa, nella giornata di ieri è arrivata la notizia della morte improvvisa di mamma Caterina. Martina l'ha saputo pochi momenti dopo il suo ingresso nel villaggio olimpico, due giorni prima della gara, come vuole la procedura della spedizione azzurra.

Inutile dire come una simile notizia faccia passare in secondo piano tutto quanto avvenuto nello stadio olimpico: l'atletica tutta e soprattutto quella trentina si stringe attorno a Martina in questo momento difficile per una ragazza che a soli 21 anni si trova senza un preziosissimo ed indispensabile punto di riferimento, oltretutto nella necessità di affrontare il dramma a seimila chilometri di distanza, nel dubbio e nell'incertezza sul da farsi. L'istinto di tornare ed i consigli di chi le sta vicino di rimanere, per non rinunciare anche al sogno olimpico.

Coraggio Martina, un forte abbraccio

Luca

lunedì 18 agosto 2008

Obrist da urlo: domani la finale! Grenot ancora record, Licciardello quasi

Christian Obrist in una finale olimpica nei 1500 metri. Sì, Pechino ha saputo regalare anche questo e domani nel pomeriggio italiano il ventottenne di Bressanone si regalerà un sogno ancora più grande di quello di partecipare alle Olimpiadi, quello di essere al via di una finale nei 1500 metri. Un sogno che tiene inchiodato al cuscino il carabiniere allievo di Ruggero Grassi sin dal cuore della domenica cinese, quando con una condotta di gara assolutamente accorta ed intelligente ha centrato la qualificazione diretta al turno decisivo. Cosa che per un italiano non accadeva da una ventina di anni abbondante. Insomma, mica roba da tutti i giorni. E alzi la mano chi avrebbe solo potuto immaginare una così positiva trasferta per Obi. Anzi, di più, per l'intero settore del mezzofondo (Romagnolo record e nona nelle siepi, Cusma ormai prossima alle top, a proposito di 800...ma siamo sicuri che la Jelimo sia normale? Sembra un fenomeno...) che ha sicuramente passato l'esame, ancor prima della discesa in pista di Silvia Weissteiner che domani, un paio di ore prima del compagno di allenamenti, cercherà nello stadio pechinese il visto d'accesso alla finale dei 5000 metri. Una finale difficile, quasi impossibile. Ma lo si diceva anche per Obrist, che invece sussurra: "Certamente sento un po`la stanchezza, ma non penso che gli altri finalisti si siano risparmiati nelle gare precedenti. Potrei accontentarmi del 12esimo posto, ma voglio dare il massimo e cercare di lasciarmi alle spalle uno o l'altro. Voglio divertirmi di nuovo in questa atmosfera unica".

Mezzofondo azzurro in auge, quindi. Pur senza acuti particolarmente eclatanti, ma viste le premesse e le ultime esperienze è sicuramente un passo avanti, così come lo è per i quattrocentisti: dopo il doppio record di Libania Grenot (in semifinale ha staccato un 50"83 che migliora di pochi centesimi quanto fatto il giorno prima) è arrivato il quasi record di Claudio Licciardello in campo maschile, 45"25 ad un niente dal primato di Barberi per accedere al secondo turno del giro di pista. Un miglioramento importante per una promozione preziosa come quella di Clarissa Claretti, una che ha già dimostrato di non sapere cosa sia la tensione negli appuntamenti importanti: 71,62 per il suo martello e arrivederci in finale. Obiettivo raggiunto anche da Filippo Campioli, unico dei tre saltatori in alto azzurri capaci di entrare tra i migliori 12 della qualificazione. Uno spento Talotti si è fermato a 2,20; un discreto Bettinelli ha saltato lo stesso 2,25 dell'emiliano, ma commettendo un errore in più, rivelatosi poi fatale. E fatale è stata anche la qualificazione del triplo per Fabrizio Donato cui non è riuscito l'arrembaggio ai 17,10 metri necessari per il passaggio del turno in un concorso che, come già al femminile, si manifesta in grande spolvero pur nell'assenza (si spera non definitiva) di Christian Olsson.

Questo per quanto riguarda la parentesi azzurra. Il resto ha regalato record mondiali a gogo, dopo l'apertura riservata a Usain Bolt (ah...sua maestà Michael Johnson ha detto che il giamaicano abbatterà a breve anche il suo glorioso 19"32: la domanda ora è quando) è arrivato il primo sub 9 nei 3000 siepi femminili, grazie alla già primatista Gulkina autrice di una prova di grande autorità chiusa in piena spinta in 8'58"81, è arrivato l'ennesimo record di Yelena Isimbayeva che nell'attenzione generale del Bird's Nest Stadium ha aggiunto un altro centimetro alla sua collezione di perle, ora arrivata a 5,05; è arrivato il primato mondiale juniores degli 800 metri a firma del fenomeno Pamela Jelimo, sempre più costante su tempi da capogiro: 1'54"87. E se a soli 18 anni e una manciata di mesi questa keniana è fissa attorno all'1'55, siamo proprio sicuri che il record impossibile della Kratochvila (1'53"28 del 1983) sia davvero così impossibile? Si vedrà...

La maratona ha regalato la cavalcata della rumena Costantina Tomescu Dita, ma più di tutte merita gli applausi e l'ovazione dello stadio la generosissima Paula Radcliffe, capace di chiudere la prova incurante dei lancinanti dolori che giungevano dal femore già infortunato negli scorsi mesi e dagli inevitabili crampi che hanno accompagnato l'ultimo quarto della sua fatica letteralmente olimpica. Ha un brutto rapporto, l'inglese, con le Olimpiadi: chissà che tra 4 anni l'aria di casa non possa portargli in dote quell'alloro che senz'altro merita.
Ah, si è rivista in pista anche la folgore, al secolo Usain Bolt. Lui continua a scherzare, piazzando tempi di interesse con la facilità con cui si scarica un due di coppe quando la briscola è denari. Gli altri per stare al suo passo faticano come muli cercando di apparire sereni e decontratti. Vabbè, domani sera nella finale dei 200 assisteremo ancora a due gare diverse. Meglio così, sia chiaro.
Un triplo femminile da favola (15 metri non sufficienti per il podio...chapeau), ostacoli crudeli per l'attesissimo padrone di casa Liu e per la dolce svedesima Susanna Kallur ma dolcissimi per la statunitense Lolo Jones che in attesa della finale ha piazzato un sontuoso 12"43 mentre sul campo scendeva Kenenisa Bekele per ricevere la medaglia d'oro guadagnata la sera precedente al termine di un 10.000 chiuso con un giro da 53" dopo le immancabili beghe tra etiopi, keniani e l'eritreo di turno.
Ma in fondo c'è stata una gara che ha deluso un po'. Sì, il lungo maschile, con un Saladino tutt'altro che crudele e cattivo pronto a fare il compitino e poco più. E l'amarezza per l'andamento e l'irrazionalità della stagione di Howe oggi è ancora più forte.

Ma non pensiamoci, va. Guardiamo invece che succede alla Beijing Sport University. Martina Giovanetti continua imperterrita la sua personalissima caccia al tesoro, vale a dire un qualsiasi ricordo del suo idolo sportivo Allyson Felix. La vicinanza con le big americane non fa che aumentare il suo senso di ammirazione nei confronti delle sprinter a stelle e strisce di nuova generazione, quelle che ai muscoli preferiscono la leggerezza e l'eleganza ("Credo che Muna Lee sia più magra di me, se è possibile..." dice la giovane forestale) in attesa di conoscere la sorte che lo staff tecnico le riserverà nei prossimi giorni. La speranza di entrare nel quartetto titolare è sempre forte, così come la tensione che sale giorno dopo giorno.

Ma per fortuna a tranquillizzarla c'è lo spirito olimpico, l'atmosfera di un evento globale da vivere a soli 21 anni. Ma poi viene da pensare ad una cosa... ma se nel primo turno della 4x100 Italia e Usa dovessero correre insieme, vi immaginate una giovane in maglia azzurra andare a chiedere autografo e foto ricordo ad una pantera americana che sta posizionando i blocchi al via?

Non ci sono dubbi, sarebbe la scena dell'Olimpiade. Altro che Phelps e ThunderBolt!

Nelle foto in basso... prove di quartetto? Giulia Arcioni, Manuela Grillo, Audrey Alloh e Martina Giovanetti al decollo. No, forse manca qualcuna...
Quindi Martina in compagnia di uno che di Olimpiadi se ne intende...

sabato 16 agosto 2008

ThunderBOLT: un mostruoso 9"69 solleva il morale in un pomeriggio davvero grigio

Per fortuna che sono arrivati i 100 metri! Il pomeriggio pechinese all'interno del Bird Nest Stadium stava scivolando tra una delusione e l'altra ma quei 10 secondi scarsi di gara hanno saputo rendere tutta l'adrenalina inutilmente attesa in precedenza. Il perchè è tutto nel risultato finale, 9"69. Un tempo mostruoso, ma più del tempo è mostruosa la facilità con cui ci è arrivato il nuovo imperatore della velocità mondiale, Usain Bolt, giamaicano appena più che ventiduenne e già primatista del mondo dopo il 9"72 di fine maggio.
Lento in partenza? Macchè, anzi. Già dopo venti metri Bolt era in testa, dopo 70 si è guardato attorno, quasi sorpreso di non vedere nessuno accanto a sè. Agli 80 ha iniziato i festeggiamenti, lasciando andare la falcata senza forzare oltre, incredulo a sua volta di quanto stava avvenendo sul rettilineo più osservato di tutta l'Olimpiade. Il 9"69 apre una nuova frontiera, perchè non è difficile immaginare ulteriori miglioramenti (suoi, ovviamente, e di chi se no? Richard Thompson, secondo, è arrivato a due decimi di distanza, e grazie che Bolt non ha spinto fino in fondo) vista la condotta di gara e la completa assenza di vento. Con Asafa Powell ancora afflitto dalla sindrome da finale (solo quinto, solo 9"95) e un macchinoso Tyson Gay eliminato in semifinale, la medaglia d'argento è andata al trinidegno Thomson, giovane erede di Ato Boldon mentre a salvare il bilancio della velocità a stelle e strisce ci ha pensato il meno atteso dei tre partenti, Walter Dix, 9"91. Ma in fondo, questa è stata un'altra gara rispetto a quella di Bolt.

Poco prima che sulla pista scendesse il ThunderBOLT il clima era allietato dagli abbracci e dal giro d'onore delle eptatlete, guidate dall'ucraina Natalija Dobrynska (6733 punti) vincitrice in un concorso orfano (per volontà loro, purtroppo) della reginetta Carolina Kluft e della potente Eunice Barber.

Per fortuna che sono arrivati i 100, si diceva. Perchè prima, in chiave azzurra, c'è stato ben poco da sorridere. Si sapeva che Andrew Howe si presentava a Pechino con ben poche certezze ed una condizione tutta da costruire. Ma forse ci si aspettava qualcosa di più del 7,81 insufficiente per il californiano di Rieti per ottenere la qualificazione alla finale. "La forma non c'è, ho fatto tutto il possibile ma nell'atletica non si può inventare nulla". Se ne va mesto, il ventitreenne dell'Areonautica che ha dovuto pagare a caro prezzo la leggerezza (sua, del suo staff e dell'intero staff nazionale, vista la ben nota fragilità dei muscoli di Andrew) di concedersi un 200 metri in occasione della Coppa Europa di Annecy, a giugno. L'infortunio muscolare ha di fatto messo fine alla sua stagione olimpica, nonostante il tentativo di rimettersi in piedi per l'appuntamento pechinese. Facile parlare a posteriori, verissimo: non resta che sperare che nel prossimo futuro la programmazione del talento Howe sia giudata maggiormente dal buon senso; in fondo non è morto nessuno e di occasioni simili ne arriveranno altre.

Alla delusione per l'eliminazione di Howe ha fatto seguito quella per l'opaca prova di Chiara Rosa nella finale del peso: apparentemente facile 18,74 in mattinata e opaco 18,22 in serata. L'istrionica padovana non cerca scuse, anzi; fa quasi specie vederla intristita e delusa, lei al solito vivace fino all'eccesso. Poca soddisfazione anche per l'11"56 di Anita Pistone nei quarti di finale dei 100 metri; anche per la siciliana un passo indietro rispetto a quanto fatto vedere in mattinata, per di più in un quarto tutt'altro che impossibile che sembrava poter lasciare un varco per un ulteriore passaggio di turno.
Tra tutti quindi, la delusione meno forte è forse quella di Elisa Cusma, fatta fuori nella terza ed ultima semifinale degli 800 a suon di tempi di assoluto valore. La modenese si è arresa con un buon 1'59"52 che rispecchia il suo valore medio attuale: per passare il turno la ventisettenne dell'Esercito doveva limare almeno un altro secondo, troppo per il suo potenziale attuale, magari ci arriverà tra un paio di stagioni.

Se ne va quindi in archivio un pomeriggio piuttosto amaro per l'atletica azzurra, sperando che domani le cose vadano un pochino meglio con la maratona femminile (Incerti, Sicari e Genovese), con l'alto maschile (Campioli, Talotti e Bettinelli), con le semifinali di Libania Grenot e di Christian Obrist e la finale di Elena Romagnolo. In fondo domani è un altro giorno.
Ma le immagini di Bolt, per fortuna, resteranno a lungo.