domenica 25 maggio 2008

Corsa in Montagna per atleti esperti? Chiedete a Dematteis e alla Kosolevi. Beatrici&Iachemet ancora di bronzo

Certe giornate servono anche per mettere in crisi qualche luogo comune oltre che per regalare momenti di intenso sport a stretto contatto con la natura. E così in una umida ma per fortuna asciutta (inteso senza pioggia) domenica di fine maggio si scopre che in fondo non è poi così vero che la corsa in montagna è una specialità per trentenni o oltre, ma che sa anche proporre giovani pimpanti e pieni di entusiasmo, tanto da scalare le classifiche individuali del Campionato Italiano a staffetta ospitato dalla collina Est di Trento, con partenza ed arrivo nella piazza di Oltrecastello.

Piccola e gracile all'apparenza, ma una forza della natura sui sentieri: Mateja Kosoveli, slovena classe '88; alto ed elegante, quanto timido ed educato: Bernard Dematteis, cuneese di Sampeyre, classe '86. Giovanissimi rispetto alla concorrenza, ma comunque in grado di staccare i migliori parziali sul circuito predisposto dall'Atletica Trento cmb, 5,300 metri per le donne, 8500 per gli uomini, compresa la furiosa ascesa sul Monte Celva. Volti nuovi, freschi, capaci di garantirsi un futuro davvero interessante soprattutto se si pensa che alle spalle di Dematteis si affacciano due personaggi del calibro di Marco Degasperi e Marco Gaiardo, coppia capace di collezionare vagonate di titoli mondiali ed europei nell'ultimo decennio. Impressionante invece l'ancor più giovane slovena, tesserata per l'Atletica Brugnera: al comando sin dal primo metro non ha guardato in faccia nessuno, neppure Vittoria Salvini o Maria Grazia Roberti, accanto a lei solo per pochi metri dopo lo sparo.
Che dire? Quanto è bella giovinezza...

Ma l'importante è che non siano stati singoli casi: l'intera formzione della Val Varaita era composta da giovani virgulti azzurri come l'altro gemello Dematteis (Martin, comunque non al livello di Bernard) ed il buon Manuel Solomaggione, addirittura junior ('89) mentre a far compagnia alla Kosovelj c'era l'altrettanto giovane Lavinia Garibaldi, ventunenne con i cromosomi meno brillanti della slovena ma comunque capace di inchinarsi con onore all'irresistibile ritorno di Elisa Desco (classe '82, tutt'altro che anziana e con tanta voglia di fare, su ogni terreno) che in coppia con Vittoria Salvini ha regalato il successo bis all'Atletica Valle Brembana in una sfida purtroppo orfana dell'atteso duello con la Forestale visto il forfait di Rosita Rota Gelpi.

Una piccola delusione sia per la coppia bergamasca che avrebbe di gran lunga preferito un duello sul campo, sia per la stessa Forestale che ha comunque ritrovato ben presto il sorriso grazie alla cavalcata del terzetto maschile, lanciato dall'intramontabile Lucio Fregona (campione iridato giusto una quindicina di anni fa), tenuto a galla da Emanuele Manzi e decollato nella frazione finale del campione mondiale in carica Marco Degasperi capace di stroncare con una prestazione davvero incisiva le velleità di rimonta di Alberto Mosca, ultima punta del tridente targato Orecchiella Garfagnana comprendente anche un ancora convalescente Gabriele Abate e un già pimpante (ma prudente in discesa) Marco Gaiardo.

Forestale e Val Brembana sugli scudi, ma riflettori puntati anche sull'Atletica Trento e non solo per la consueta ottima organizzazione dell'evento, ma anche e soprattutto per la preziosa conferma di bronzo (non sarà un metallo pregiato, ma in occasioni come questa sa diventare splendente come l'oro) delle due amiche - compagne - rivali Lorenza Beatrici e Francesca Iachemet. Terzo posto, proprio come l'anno scorso, ma la conferma è più dolce della sorpresa, così come è stato dolce l'impatto con la corsa in montagna di Barbara Tava, capace di difendersi alla grande (il circuito femminile poco austero ha giocato in suo favore) al debutto sui sentieri fino a trainare la staffetta del GS Valsugana al quinto posto tricolore (sesto tempo, ma l'Atletica Brugnera correva fuori classifica vista la presenza della Kosoveli).

E al bronzo femminile ha risposto il sesto posto maschile (settimo tempo, ma anche qui l'Atletica Brugnera non va considerata per l'impiego degli stranieri Kosolevi - Mitja, fratello di Mateja - e Mamleev, intramezzati dal venostano Lahner): un piazzamento giunto davvero a sorpresa per mezzo di un terzetto esperto come nessun altro (Carlo Rigoni, don Franco Torresani, Antonio Molinari, età media 42 virgola qualcosa) ma rivelatosi ancora capace di difendersi alla grandissima.
In fondo pretendere di più nella giornata dei giovani era troppo...

A proposito, giusto per chiudere. Un plauso particolare va anche a Federico Segatta, forse la nota più positiva in assoluto trentinamente parlando. Iscrivibile anche lui alla lista dei giovani virgulti della montagna (se non è giovane un '85 chi può esserlo?) il cembrano ha ottenuto il 14imo tempo assoluto (il più giovane dopo Dematteis) risultando di gran lunga il migliore dei camosci provinciali: un paio di minuti in più rispetto allo stesso Dematteis, uno e mezzo su Degasperi e Gaiardo...davvero niente male per un appuntamento non preparato al meglio. Soprattutto suo il merito dell'ottavo posto del Gs Valsugana che ha presentato anche Gil Pintarelli e Damiano Fedel: avanti così, il cammino sembra segnato.

E a fine giornata gongola anche il responsabile nazionale Raimondo Balicco: Gaiardo va per i 38, Degasperi per i 31...ma l'atteso ricambio si sta concretizzando. Sì, anche alla faccia dei luoghi comuni.

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lunedì 19 maggio 2008

Campionati di Società: quanta pioggia a Pergine!

Pioggia, vento e anche un bel fresco, con la beffa finale di ampie schiarite nel plumbeo cielo valsuganotto pochi minuti dopo la fine della due giorni di gare. Non si può certo dire che le condizioni meteo abbiano arriso agli atleti impegnati a Pergine nella prima fase dei campionati di società, anzi...
A farne le spese, oltre agli stessi atleti, anche le società che si vedono penalizzate nei confronti delle avversarie di altre regioni che magari hanno potuto sfruttare condizioni ben migliori o magari hanno optato per il rinvio ad altra data, come avvenuto nella giornata di domenica a Marcon (Veneto) per un violento nubifragio abbattutosi nel veneziano. Ma come si suol dire, al tempo non si comanda ed allora non resta che fare buon viso a cattiva sorte e cercare di strappare il meglio possibile anche in condizioni avverse. C'è sicuramente riuscito Davide Deimichei, autore di una pregevole doppietta nei 100 e 200 metri con importanti riferimenti cronometrici che assumono indicazioni davvero confortanti per il prossimo futuro se analizzati tenendo conto delle condizioni in cui sono maturati: il 10"81 e il 21"40 (personale eguagliato nel mezzo giro di pista) non hanno lasciato scampo agli avversari (come peraltro prevedibile...), così come la pronta risposta della compagna di colori in casa Quercia Doris Tomasini, autrice di un 11'91 e di un 24"86 altrettanto bagnati ed in solitaria.
Nel capitolo delle doppiette è poi da iscrivere anche Giordano Benedetti. Sì, ancora lui: questa volta non ha esagerato come a Pavia, ma in due giorni ha messo le mani su un ottimo 400 (48"57, personale sbriciolato nonostante una prima corsia zeppa di acqua) e su un 800 controllato senza affanno e chiuso in 1'52"67 con a ruota Francesco Nadalini (1'53"03), Samuel Mwera Chegere e Stefano Grimaz, ripetutosi sui tempi di Pavia, nonostante tutto.
Bottino diviso tra Quercia e Valsugana nei salti in estensione al femminile: nel triplo l'ha spuntata Sara Fabris ai danni di Elisa Zanei che si è però prontamente riscattata il giorno successivo nel lungo lasciandosi alle spalle la stessa vicentina mentre tra i maschi i due concorsi hanno visto primeggiare Gianluca Gasperini (15,37) e Pierluigi Putzu.

Penalizzati dalle pedane bagnate anche i lanciatori, tra cui si è distinta la roveretana Giorgia Nave, una che apprezza particolarmente queste condizioni e l'ha dimostrato centrando il nuovo personale nel martello con un lancio da oltre 45 metri. Il panorama del mezzofondo ha regalato gli esordi in pista di Eleonora Berlanda e Yuri Floriani: la poliziotta della Quercia ha completato al secondo posto il primo 1500 di stagione (4'24"76 alle spalle della tanzaniana Zakia Mrisho) mentre il finanziere dell'Atletica Trento si è prima imposto sulla stessa distanza (3'54"13 seguito dall'ugandese Wilson Busienei e Francesco Nadalini) per poi ottenere il terzo posto nei 5000 metri, staccando un buon 14"22 alle spalle dello stesso Busienei e del keniano Chemweno. Debutto nel doppio giro di pista anche per Lorenza Canali, tranquilla vincitrice della sua prova in 2'10 e spiccioli seguita a breve distanza da Rossella Rigoni (2'13"93) tornate finalmente a masticare tempi degni del suo talento. Il giorno prima sul singolo giro successo per la nonesa dell'Esercito Francesca Endrizzi (55"96) mentre sugli ostacoli alti si sono imposti un Cristian Cristelotti in via di ripresa dai recenti infortuni (14"56) e una Silvia Fazio Tirrozzo (14"77) reduce da un piccolo incidente automobilistico. Ostacoli più bassi per i quattrocentisti, regolati come prevedibile da Markus Crepaz ed Helga Ganassini con Veronica Chiusole e David Chemweno a firmare la prova sulle siepi: 10'50 e 9'03 i due riferimenti cronometrici, con un pimpante Peter Lanziner a strappare un promettente 9'13.

E le classifiche di società? La prima fase incorona provvisoriamente l'Athletic Club '96 di Bolzano con 19735 punti davanti all'Atletica Trento (19217) mentre il discorso in campo femminile resta in sospeso vista la rinuncia al concorso dell'asta: al momento la Quercia precede il Valsugana di una 40ina di punti (21593 a 21543) ma in fondo siamo solo alla prima fase ed i giochi sono ancora aperti in vista del secondo week-end di gare del 4 e 5 luglio. Iniziano gli scongiuri perchè il tempo sia clemente.

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domenica 11 maggio 2008

1'47"52 : Pavia incantata da Giordi, il keniano bianco

Che spettacolo! No no, non ci si riferisce allo scudetto dell'Itas Diatec Trentino nel campionato di pallavolo e nemmeno alle tornate al fulmicotone di Valentino Rossi in sella alla sua Yamaha, ma più semplicemente ai due giri da 400 metri l'uno che Giordano Benedetti ha inscenato nel cuore del pomeriggio odierno sul campo scuola di Pavia, in occasione del consueto Meeting Della Valle, primo appuntamento internazionale del calendario italiano su pista. Il risultato è tutto nel titolo, scandito a chiare cifre: 1'47"52 al termine di una gara letteralmente pazzesca per come è stata gestita dal diciannovenne dell'Atletica Trento. Il primo commento raccolto, la più classica delle dichiarazioni spontanee, è stato quello di un'altra giovane stella del vivaio azzurro, la quattrocentista bergamasca Marta Milani, fresca reduce da un gustoso 53"55: "Mamma mia, altro che Scapini: ecco il keniano bianco!"
Giordano, il keniano bianco. Sarà per la sua eleganza innata, sarà per un talento così cristallino da brillare di luce propria seppur mascherato dalla compassata umiltà dello junior trentino, sarà per la sua sagacia tattica, espressa alla perfezione nel ventoso pomeriggio pavese. Sarà per tutto quello che si vuole, ma questo ragazzo ha corso alla grandissima. Sin dal via, sin dal primo giro, chiuso in sesta piazza con un passaggio attorno ai 53": poi una curva per prendere il lancio ed iniziare sul rettilineo opposto una rimonta irresistibile che l'ha condotto ad affiancare e superare tutti gli avversari fino a fermare il cronometro su quel tempo impensabile. La reazione generale? Incredulità prima, stupore poi. Giusto il tempo per metabolizzare quanto successo e per osannare quindi la prova dell'allievo di Gianni Benedetti che al debutto stagionale si è tolto il lusso di staccare il biglietto per i mondiali junior polacchi, di migliorare di oltre 3 secondi il proprio personale e di stracciare il record regionale degli 800, fermo dal 1999 all'1'50"06 del buon Harrasser. Ed il record italiano under 20 ora dista solo 6 decimi: 1'46"93, traguardo che, per quanto visto oggi a Pavia, non sembra per nulla lontano.
A breve Giordano smetterà la casacca dell'Atletica Trento per vestirsi del gialloverde delle Fiamme Gialle, magari già dopo i societari del prossimo week-end, magari proprio per debuttare in occasione della Coppa Campioni: staremo a vedere, fatto sta che gare del genere sanno riempire di adrenalina anche le vene di chi guarda semplicemente a bordo campo. E visto che repetita iuvant...che spettacolo!
Ma il pomeriggio pavese ha sorriso ad altri trentini, a cominciare da Stefano Grimaz, autore nella serie B di un 1'55"87 che vale il nuovo personale con tre secondi di margine sul limite precedente; in questo 2008 l'altro Benedetti's boy sembra un'altra persona rispetto al timido e titubante ragazzo dei mesi scorsi: l'attesa maturazione (mentale più che fisica) è finalmente arrivata ed ora anche Stefano potrà provare a togliersi qualche buona soddisfazione.
Personale anche per Francesco Nadalini e Peter Lanziner nei 3000 metri finali. Rispettivamente ottavo e decimo nella prova vinta dal keniano Jackson Kirwa, il rosso di Civezzano ha passato la fotocellula dopo 8'16"95 mentre il trodenese si San Lugano ha fermato il crono con 8'19"13, andando a completare la schiera dei miglioramenti che contava già di Lorenza Canali, sesta nei 1500 metri con 4'25"88, quasi dieci secondi meno del precedente limite. I due quarti posti di Doris Tomasini e di Norbert Bonvecchio hanno sapore ben diverso: la sprinter della Quercia sorride ampiamente per l'11"66 trovato in batteria (vento +0,3; in finale con vento +2,0 è arrivato un 11"82) mentre il lanciatore dell'Atletica Trento non è riuscito a far decollare come voleva il proprio giavellotto, fermatosi a 67,67 metri al termine di un crescendo costante ma non proprio rossiniano. Nono posto per Daniele Traficante nel disco (46 e spiccioli) e opaco triplo per Elisa Zanei, autrice di un 12,38 tutt'altro che ragguardevole.
Il resto del pomeriggio? Già detta della brillante prova della Milani, vanno segnalati soprattutto il 10"18 del campione europeo juniores Harry Aikines-Aryeetey, il 14,51 nel triplo della slovacca Dana Veldakova ed anche in chiave azzurra, perchè no, l'11"36 di Anita Pistone nei 100 metri, l'8'01"91 di Matteo Villani nei 3000 ed il 61,48 di Hannes Kirchler nel disco.
Ma Giordano...

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sabato 10 maggio 2008

Test societari: Zanei già in palla

Non si può certo dire che le due serate dedicate ai test in vista dei prossimi campionati di società siano stato affollate di atleti vogliosi di interrogare la propria forma in questo avvio di stagione. Tanto venerdì scorso a Trento, quanto ieri sera a Borgo Valsugana i numeri sono stati quel che sono, con qualche gara di troppo snobbata o animata da un paio di volonterosi partecipanti.
Un aspetto forse inevitabile, visto che qualcuno è ancora fermo ai box o si prepara ad un prossimo esordio mentre qualcun'altro preferisce concentrare le proprie energie su appuntamenti più importanti. Eppure il dubbio che qualcosa si possa fare per incentivare la partecipazione o per studiare soluzioni alternative resta presente: dall'esterno è sempre facile parlare e fare valutazioni, ma forse una maggior collaborazione (o sinergia) da parte di più comitati nello stilare il calendario potrebbe rendere più interessanti (e popolate) serate come quelle degli ultimi due venerdì.
Ovvio però che un simile discorso acquista valore solo nel momento in cui le diverse realtà in gioco si convincono della necessità (o opportunità) di seguire o cercare nuove vie: una soluzione triveneta potrebbe essere l'ideale sotto molti punti di vista, ma resta da sondare l'effettiva fattibilità della cosa, ovviamente oltre l'aspetto puramente formale.
Ma veniamo allo specifico delle due serate: il risultato migliore dei venerdì di inizio maggio è forse il 6,05 che ha regalato ad Elisa Zanei la vittoria nel salto in lungo. Tre salti oltre i sei metri, sfruttando a dovere la brezza che soffiava sul campo di Borgo (il 6,05 è comunque regolare), danno conferma che i risultati dello scorso anno non erano casuali. Dopo il triennio difficile targato '04-'06, la perginese ha ormai scavalcato con assiduità la barriera dei sei metri e se davvero ha ancora margine, potrebbe avvicinare l'obiettivo stagionale da lei stessa posto, ovvero prendere confidenza con misure prossime ai 6,40 metri. Dietro alle ventiquattrenne di Pergine, il soffio di Eolo ha portato bene anche alla più giovane Chiara Bettinazzi: 5,49 (5,48 non ventoso) nella serata in cui l'allieva di Alberto Faifer ha messo in mostra qualche significativo passo avanti nella gestione tecnica della fase aerea.
La misura non è il massimo, ma il 39,14 di Roberta Pellegrino (Crus Pedersano) nel giavellotto è una notizia beneaugurante, visto che negli ultimi 6 mesi la junior moriana è rimasta praticamente ferma per un problema al gomito destro che l'ha costretta a prendere confidenza con il lancio mancino: ora che il dolore è passato si può pensare a ricostruire quanto di buono fatto lo scorso anno per puntare ad un posto sul podio tricolore under 20. Nella seconda serata il giro di pista ha regalato ben pochi sussulti (meglio era andata a Trento, con il 55"44 di Francesca Endrizzi) mentre la duplice sfida sui 100 metri ha permesso di vedere all'opera le giovani frecce della faretra gialloverde della Quercia (la trevisana Caterina Fornasier ha preceduto la roveretana Valentina Menolli, 12"81 a 12"92) mentre al maschile il friulano Alessandro Minen non ha trovato rivali, chiudendo la fatica in 11"07. Sulla stessa distanza, settimana scorsa personale per l'ostacolista Silvia Fazio Tirrozzo (12"45) proprio mentre la pedana dei lanci conosceva le positive prove delle martelliste crusine Noemi Pizzini (allieva, ormai stabilmente attorno ai 43 metri) e Giorgia Nave (junior, 44 metri e poco più per crescere ancora).
Tante gare che torneranno di scena nel prossimo fine settimana a Pergine, con la prima fase dei rinnovati Campionati di Società. Il massiccio ritorno degli atleti militari potrebbe scombussalare un po' le carte in gioco: al femminile comunque sarà ancora sfida tra Quercia e Valsugana (con infortuni e cerotti ben distribuiti tra le due società) mentre al maschile il solito dualismo tra Quercia e Athletic Club potrebbe spezzarsi a causa dell'Atletica Trento che ritroverà per strada Yuri Floriani ed i fratelli Gasperini (Daniele e Gianluca, Mattia non molla il gialloverde)...

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mercoledì 7 maggio 2008

Bergamo: semaforo verde per l'impianto indoor. Presto anche in Trentino?

Si è svolta ieri a Bergamo la conferenza stampa di presentazione del progetto di realizzazione di una struttura indoor nel centro orobico (fonte www.fidal.it), giusto premio per la costanza e le spinte impresse a più riprese dalle due società del capoluogo, l'Atletica Bergamo 1959 e l'Us Olimpia Bergamo. Come lo stesso presidente Arese, presente alla conferenza stampa, ha voluto precisare, non si tratterà di un'opera faraonica, ma di una struttura funzionale, ideale per garantire elevati standard di allenamento a quegli atleti, ed il riferimento è tutto o sopratutto per velocisti e saltatori, che nei mesi invernali necessitano di adeguate condizioni climatiche per inseguire un'idonea preparazione. Ecco quindi che il nuovo impianto (rettilineo a sei corsie e pedane per i salti, asta compresa) sorgerà accanto al Campo Sportivo Comunale "Francesco Putti" di Bergamo e rappresenterà il raggiungimento di un grande traguardo per il movimento bergamasco e non solo, come testimonia il direttore tecnico dell'Atletica Bergamo '59 Dante Acerbis che non nasconde la soddisfazione per aver visto concretizzarsi i propri sforzi, scommettendo sulla sostenibilità dell'opera che, pur finanziata interamente dal Comune di Bergamo, troverà sostentamento proprio nell'atletica, aprendo le proprie porte agli studenti degli istituti scolastici nelle ore mattutine e restando a disposizione degli agonisti durante il pomeriggio.

Il progetto di Bergamo va quindi a tappare un buco (o presunto tale) in un panorama, quello nord-lombardo, dove lo sport riveste ancora un'importanza di altissimo piano. Le vallate che sfociano nella Pianura Padana ricordano per certi versi la situazione del Trentino e dunque il caso orobico si presta quasi alla perfezione ad un parallelo con il movimento nostrano. Inutile dire come un impianto adeguato e dedicato sarebbe pura manna dal cielo per molti atleti trentini che nei mesi invernali, quando la colonnina di mercurio si intestardisce troppo spesso nei pressi dello zero, faticano a lavorare con produttività, vedendosi costretti a trasferte oltre il Po (quello di Modena è risultato essere l'impianto più gettonato in questi ultimi anni) oppure a fare di necessità virtù, magari utilizzando improbabili palestre (è il caso di Cles o Rovereto) oppure dedicandosi alla creazione di impianti "artigianali" come il tendone di Pergine, grande prova di autosostentamento alla trentina ma per ovvi motivi lontano da quello che è una vera e propria struttura al coperto.
Negli ultimi mesi il problema sembra aver trovato proseliti e soprattutto orecchie pronte ad ascoltare e percepire il problema negli ambienti dirigenziali della comunità ed ecco che quindi la discussione in merito si è fatta più frizzante: si è iniziato a valutare la fattibilità di un impianto completo (la Valsugana o la "Busa gardesana" i luoghi che sembrano maggiormente vocati e disponibili), ha ripreso quota il progetto della Quercia (non una novità dell'ultima ora) per la realizzazione di un impianto "simil-Bergamo" nel contesto di rifacimento delle tribune sul rettilineo opposto dello Stadio Quercia. Comitato e autorità politiche sembrano orientate positivamente e stanno lavorando per poter presentare quanto prima un progetto di massima (qualche disegno e preventivo, anche approfondito circola già da qualche mese) in modo da tentare di coprire una lacuna con una struttura che, vista la collocazione geografica del Trentino, sarebbe fruibile dall'intero settore atesino, da Verona fino all'Alto Adige senza voler tirare in ballo il Tirolo...

Data per certa quindi la presenza di progetti di studio e di realizzazione, la questione ora si sposta: è sostenibile una struttura indoor in Trentino o si rischia la realizzazione di una cattedrale nel deserto? Ed in caso che altri utilizzi potrebbe trovare un simile impianto nei mesi "all'aperto"?

lunedì 5 maggio 2008

Quercia d'Oro numero 40: ancora Carabinieri e Quercia

Un risultato prevedibile, varrebbe quasi la pena dire scontato, ed uno un po' a sorpresa: questo il bilancio finale della quarantesima edizione della Quercia d'Oro, il doppio esagonale per società organizzato dall'US Quercia Trentingrana arrivato alla quarantesima edizione e da qualche anno appuntamento iniziale del calendario nazionale su pista.
Il verdetto mai messo in discussione riguarda la vittoria dei Carabinieri nella disfida maschile: il gruppo guidato da Stefano La Rosa e Jacopo Marin non ha avuto soverchie difficoltà ad imporre la propria legge, forte di otto successi parziali nelle dieci gare disputate che hanno permesso di accumulare un divario di 25 lunghezze sulla seconda squadra classificata, l'Atletica Bergamo 1959 mentre i padroni di casa della Quercia arrancavano un po' più in basso, limitati dai soliti infortuni che stagione dopo stagione colpiscono inesorabilmente la truppa orchestrata da Carlo Giordani.
Infortuni e problemi di salute che sembravano poter minare anche il cammino della squadra femminile, rinunciataria già in partenza nei lanci del martello e del giavellotto per i guai che stanno attraversando rispettivamente Irene Raccanelli e Cristina Basaldella. Il deficit di due gare (su un totale di nove) lasciava presumere che sarebbe stato difficile confermare la vittoria di 12 mesi fa ed invece la calda mattinata roveretana ha permesso alle ragazze gialloverdi di mantenere il posto sul trono, grazie al singolo punto di vantaggio (39 a 38) guadagnato sulle avversarie ormai storiche del Gs Valsugana. Un verdetto giunto insieme alla rinuncia da parte delle stesse valsuganotte nello schierare la staffetta 4x100 in seguito all'infortunio occorso a Claudia Baggio, caduta rovinosamente sulla pista roveretana al termine dei vittoriosi 100 metri condotti spalla a spalla con Doris Tomasini (12"02 per entrambe): per la ventiquattrenne di Rossano Veneto molte escoriazioni su tutto il corpo ma soprattutto una triplice frattura alla mano destra che la costringerà ad un'operazione nei prossimi giorni ed a convivere con un gesso per almeno un mese.
Per le prossime settimane quindi la società di Pergine dovrà affidarsi alle movenze della junior Francesca Dallo (nella foto) che proprio a Rovereto ha esordito con i nuovi colori chiudendo con un onesto 12"44. Il forfait della propria freccia veloce ha indotto il GS Valsugana a rinunciare alla staffetta quando sarebbe bastato presentare un qualsiasi quartetto per portare a casa la vittoria: ma tant'è e a ringraziare per la cortesia sono state le gialloverdi, trainate, è il caso di dirlo, da una Sara Fabris agonista come non mai. Prima nella sua specialità, il salto triplo, per tenere a bada gli intenti di vittoria di Elisa Zanei (12,87 a 12,63, tutto all'ultimo salto), poi per incaricarsi di chiudere la staffetta della Quercia portandola ad un successo (47"81) che ha sancito anche la leadership nella graduatoria finale.
Nella pedana dell'alto invece la grande protagonista è stata Valeria Marconi (GS Valsugana), capace di sfiorare il passaggio dell'asticella a quota 1,81 dopo aver saltato con apparente facilità l'1,78 mentre nei 1500 metri Federica Dal Rì (Esercito, fuori gara) siglava con un successo il suo debutto stagionale in pista, correndo in 4'24" e spiccioli e lasciando poco spazio alla concorrenza guidata da Micaela Bonessi (SV Sterzing, 4'29). Il giro di pista con ostacoli ha proposto la vicentina Aida Valente (Atl. Vicentina, 1'00"19) seguita da Helga Ganassini ed Elisa Girardi mentre i 400 piani hanno messo in mostra il giovane ma potente talento della pusterese Sabrina Mutschlechner (Sv Bruneck, 55"78). Ludovica Fogliani (Mollificio Modenese, 51,95) e l'allieva Cristiane Holzner (SV Sterzing, 36,95) hanno infine firmato martello e giavellotto.

Per quanto riguarda la prova maschile, si è già detto della supremazia dei Carabinieri, uno strapotere arginato solamente dal già positivo Davide Deimichei (US Quercia, nella foto in alto) capace di imporsi sul rettilineo di casa con un indicativo 10"78, tempo figlio del duro lavoro invernale e di una reattività ancora lontana dall'ottimale visti i pesanti carichi di allenamento che ancora animano le giornate dello sprinter alense. Alle sue spalle il rossoblu Alessandro Rocco mentre l'unica altra prova "persa" dai portacolori dell'Arma è stata quella sugli ostacoli bassi, terreno di conquista del bergamasco Andrea Ghislotti in 53"54. Per il resto un assoluto monologo: Jacopo Marin nei 400 (interessante 47"74), Carlo Alberto Mainini nei 110hs (tranquillo 14"26), Francesco Roncalli nel doppio giro di pista (1'53 e spiccioli), Stefano La Rosa nei 3000 metri (8'10"91 anche se preceduto in volata come già pochi giorni fa ad Oderzo dal finanziere Salvatore Vincenzi, fuori gara - nella foto), Franco Caseian nell'asta (4,40), Alessio Rimoldi nel lungo (7,34), Massimo Marussi nel martello (64,19) e la staffetta veloce (41"13) hanno stroncato ogni possibile resistenza, legittimando il quarto successo consecutivo dei Carabinieri nella prova interclub di inizio stagione.

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