lunedì 25 agosto 2008

San Giacomo - Altissimo: Molinari e Valbusa, ancora loro

Confesso che un Altissimo così non l'avevo mai visto. O meglio, un cielo così limpido che permetta di ammirare l'intero Benaco, gran parte della Pianura Padana, i ghiacci del Bernina e dell'Ortles, le Dolomiti di Brenta e soprattutto di Fassa e, laggiù, tra Pasubio e Carega, persino i riflessi della Laguna Veneta. E sì che sono 15 anni che ci bazzico da queste parti...
Insomma, una giornata davvero splendida, condita da quell'aria frizzante portata dal violento temporale scatenatosi nel giorno precedente e principale autore di cotanta limpidezza.

Pioggia e temporale benedetti dai turisti
, un po' meno dagli atleti per i quali il panorama passa sicuramente in secondo piano rispetto al tracciato di gara, inevitabilmente reso insidioso dall'acqua e dall'umidità, pur mantenendo intatto il suo fascino naturale, sicuramente amplificato dalla formula della cronoscalata individuale. Cinque chilometri e poco meno di 900 metri di dislivello sono numeri in grado di comunicare a chiunque la durezza del percorso che da San Giacomo di Brentonico porta in vetta al Monte Altissimo di Nago, proprio davanti al rifugio Damiano Chiesa gestito da Danny Zampiccoli in collaborazione con la sezione Sat di Mori.

Doverosa premessa di una gara che ha fondato il suo essere sulla presenza dei vincitori della passata edizione, il camoscio di Civezzano Antonio Molinari e la fondista di Bosco Chiesanuova Sabina Valbusa, pronti a concedersi un prezioso bis a distanza di dodici mesi dal successo targato 2007. Troppo forti per la concorrenza e capaci ancora una volta di imporre la propria legge ai danni rispettivamente dell'altro sempre verde della corsa in montagna Claudio Amati e di Lorenza Beatrici che può a sua volta gioire vista la partecipazione fuori gara dell'olimpionica della Lessinina, portacolori sì della Forestale, ma non tesserata per la Fidal e quindi iscritta come escursionista. Vabbè, poco importa ai fini della classifica generale, mentre decisamente più scottanti sono quei 3 secondi che separano Silvia Pedri, prima ad affrontare le rampe del Baldo, dalla stessa Beatrici, presentatasi però in gara con la fatica della Toblino-Ranzo della sera precedente nelle gambe, così come il marito Max Chemelli.

Terzo tempo quindi per la Pedri dietro la quale si inserisce una coppia davvero particolare: la maestra Luisa Merz precede infatti l'allieva Giulia Miori, forse la più piacevole sorpresa dell'intera stagione della corsa in montagna trentina, per il suo essere ventenne alle prime armi e già capace di mettersi in bella evidenza, sia per convinzione e determinazione, sia per le doti fisiche.
A completare il podio maschile è invece l'orientista primierotto Carlo Rigoni che nel finale si prende tutto il merito del sorpasso ai danni di Federico Segatta, per sua stessa ammissione decisamente "cotto e carico di lavoro".
E così il Circuito Baldo, Brenta e Lagorai ha dato vita anche al suo penultimo atto, ora non resta che attendere il gran finale, previsto per domenica 7 settembre in quel di Castione, quando il profumo delle caldarroste farà da cornice alla nona ed ultima prova del circuito provinciale che incoronerà i nuovi campioni trentini di corsa in montagna. I nomi? troppo facile dire Molinari in campo maschile, mentre al femminile la leadership della Beatrici potrebbe essere messa in dubbio dalla sorpresa Pedri: l'ultima gara ed il gioco degli abbuoni saranno fondamentali per dirimere la questione.

Ah, prima di chiudere...doverosa citazione per due "turisti" dell'Altissimo, il presidente del Coni Trentino Giorgio Torlger e soprattutto il padrino del Crus Pedersano, Carlo Guerra, primo vincitore su queste stesse rampe nel lontano 1954 ed ancora oggi capace di tornare in vetta con passo sicuro e zaino sulle spalle. Come dire? Alla faccia della carta d'identità!

Le foto della giornata...


Le classifiche...

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