domenica 31 agosto 2008

Il trittico italiano: da Padova al Palio della Quercia, passando per il Guidobaldi di Rieti

Ad una settimana dalla chiusura dei Giochi Olimpici prende il via il tradizionale trittico di grandi meeting internazionali del calendario italiano con i tre eventi che, in una figurata graduatoria seguono di importanza il Golden Gala di luglio. Dieci giorni per rivedere all'opera sulle piste e pedane dello Stivale i grandi interpreti delle disfide pechinesi, a cominciare dalla serata odierna con il Meeting Atletica Mondiale, organizzato dall'Assindustria Sport Padova nell'ingombrante cornice dello Stadio Euganeo di Padova.
Tanti i protagonisti annunciati, da Tatyana Lebedeva a Michael Frater, da Me'Lisa Barber al padrone di casa Jacques Riparelli, dal vincitore di Zurigo Justus Koech all'ostacolista Danny MacFarlane. C'è chi inseguirà un record italiano (Chiara Rosa, davanti al suo pubblico, Anna Giordano Bruno nell'asta di Stacy Dragila), chi qualche rivincita dopo Olimpiadi non certo esaltanti (Martinez, Riparelli, Campioli, Bettinelli e Talotti, la stessa Micol Cattaneo), chi la migliore vetrina della grande atletica internazionale per mettersi in mostra.
Tra queste vanno inserite di diritto le due atlete trentine invitate all'appuntamento patavino, vale a dire Doris Tomasini nei 100 metri (Calì, Pistone, Barber e Poliakova tra le avversarie) e la padroncina di casa - per studio - Lorenza Canali nel doppio giro di pista, gara di livello decisamente elevato che offre un menù a base di Antonova, Cusma, Kostestkaya e Shapayeva, oltre alle "canarine dell'Assindustria" Santiusti e Finesso. Per loro sarà soprattutto una grande possibilità per fare esperienza, inutile fare proclami: si insegue il tempo da ricordare.

La prima a scendere in pista nella tiepida e leggermente umida serata padovana è proprio la velocista roveretana che conquista un prezioso settimo posto lasciandosi alle spalle la canarina della Costa D'Avorio Amdandine Allouh: un metro e più di vento contro limitano la sua azione ad un insipido 12"11, nella prova regolata dalla statunitense Me'Lisa Barber (11"54) davanti all'oro della staffetta veloce Yevgeniya Poliakova (11"57) ed al duo azzurro Vincenza Calì e Anita Pistone, rispettivamente accreditate di 11"62 e 11"72. Ma intanto si presenta già il triplo, con sua maestà Tatyana Lebedeva, già primatista di applausi dal discreto pubblico patavino.

Più soddisfacente, anche se forse meno del previsto, l'800 di Lorenza Canali: al termine è arrivata la stessa settima piazza della querciaiola, ma condita dal primato stagionale di 2'07"16, tempo figlio di uno strano rallentamento nel cuore del primo giro e delle successive difficoltà a tenersi aggrappata al treno della cubana Santiusti. La vittoria è andata comunque all'emiliana Elisa Cusma, capace nel rettilineo finale di sorprendere la finalista olimpica Tatyana Andrianova per fermare il cronometro su un 2'02"33 che testimonia da sè il tatticismo di una gara forse meno emozionante del previsto.

Proprio dallo Stadio Euganeo molti primattori si trasferiranno poi a Rieti per gareggiare nel pomeriggio di domenica, prima di salire in riva all'Adige al Palio della Quercia di mercoledì... iniziamo a conoscere i prossimi ospiti di Rovereto.

Marzola '80: i trentini spadroneggiano. Brillanti sopratuttto Tomasini, Deimichei e Benedetti

Il calendario metereologico dice che l'estate si chiude a fine agosto. Sarà, ma ieri al Campo Scuola di via Maccani sembrava di essere nel cuore della stagione calda: sarà per i 32 gradi, sarà per il solleone, sarà per quello che si vuole, ma non si può certo dire che il pomeriggio trentino non sia stato piacevole. A maggior ragione se il campo o meglio, la pista, ha fornito positive indicazioni per gli atleti nostrani impegnati nella 31ima edizione del Trofeo Marzola '80.
Le due gare più annunciate e attese erano i 100 e gli 800 metri maschili, per la presenza di altrettanto duelli davvero intensi di significati, Alessandro Guazzi vs Davide Deimichei tra gli sprinter e Giordano Benedetti vs Maurizio Bobbato sul doppio giro di pista.
Ebbene, in entrambi i duelli a sorridere sono stati i due protagonisti trentini che, pur senza acuti eccezionali, sono riusciti a fare loro il gradino più alto del podio ai danni dei rispettivi sfidanti, il velocista alense con un ottimo 10"68, il mezzofondista delle Fiamme Gialle con un tranquillo 1'50" e spiccioli, nuova tappa nel percorso che dovrebbe portare l'allievo di Gianni Benedetti in ottimo spolvero nel mese di settembre: lo rivedremo all'opera al Palio della Quercia, mercoledì prossimo.
Non aveva rivali, ma Doris Tomasini ha fatto comunque il suo, staccando sui 100 metri un probante 11"69, lasciandosi alle spalle una coppia tutta altoatesina composta dalla sempre più promettente Monica Lazzara e dalla potente Kelly Giaier.
Dopo la piccola delusione di Cles, Eleonora Berlanda non ha voluto mancare di mettere il proprio sigillo negli 800 metri, chiusi appena sotto i 2'10 precedendo la giovane romagnola Margherita Magnani poco prima che sulla pista gialloblu scendessero le quattrocentiste, impegnate a tener viva la memoria di Federica Bampi, la giovane atleta aquilotta prematuramente scomparsa nello scorso giugno. Al termine del giro di pista il successo è andato alla padovana Lara Rocco ai danni di una guardinga Lorenza Canali e di Helga Ganassini mentre il terzo Memorial di giornata (Il Trofeo Oscar Degasperi ha premiato Giordi Benedetti), quello intitolato a Massimo Eccher, ha celebrato Francesco Filipponi, primattore tra gli ostacoli bassi. Il mezzofondo prolungato ha messo in mostra la brillantezza di Micaela Bonessi e Francesco Nadalini, principali interpreti di un doppio 3000 metri caratterizzato da ritmi non asfissianti e chiusi rispettivamente in 9'32 e 8'17. Fra gli ostacoli alti, danza solitaria per Stefano Tedesco, come solitaria si è rivelata l'ascesa nell'asta di Chiara Zanelli, fermatasi a quota 3,50 poco dopo il successo del giovane decatleta bolzanino Marco Colombo (4,20) nel concorso maschile. L'unico concorso nei salti in estensione presentava la sfida in "famiglia Clarina" tra Jeudi Brito ed un Silvano Chesani al debutto con i colori delle Fiamme Oro. Accantonato per un giorno il salto in alto, il neo poliziotto si è affermato nel triplo (lo ricordiamo campione italiano under 20 la scorsa stagione) con un onesto 14,80, precedendo di una spanna il compagno di allenamenti.
Ad aprire il pomeriggio invece ci avevano pensato i martellisti di casa nostra: vittoria, manco a dirlo, all'aquilotto Nicola Scarpetta.

Le foto della giornata...


I risultati...

lunedì 25 agosto 2008

San Giacomo - Altissimo: Molinari e Valbusa, ancora loro

Confesso che un Altissimo così non l'avevo mai visto. O meglio, un cielo così limpido che permetta di ammirare l'intero Benaco, gran parte della Pianura Padana, i ghiacci del Bernina e dell'Ortles, le Dolomiti di Brenta e soprattutto di Fassa e, laggiù, tra Pasubio e Carega, persino i riflessi della Laguna Veneta. E sì che sono 15 anni che ci bazzico da queste parti...
Insomma, una giornata davvero splendida, condita da quell'aria frizzante portata dal violento temporale scatenatosi nel giorno precedente e principale autore di cotanta limpidezza.

Pioggia e temporale benedetti dai turisti
, un po' meno dagli atleti per i quali il panorama passa sicuramente in secondo piano rispetto al tracciato di gara, inevitabilmente reso insidioso dall'acqua e dall'umidità, pur mantenendo intatto il suo fascino naturale, sicuramente amplificato dalla formula della cronoscalata individuale. Cinque chilometri e poco meno di 900 metri di dislivello sono numeri in grado di comunicare a chiunque la durezza del percorso che da San Giacomo di Brentonico porta in vetta al Monte Altissimo di Nago, proprio davanti al rifugio Damiano Chiesa gestito da Danny Zampiccoli in collaborazione con la sezione Sat di Mori.

Doverosa premessa di una gara che ha fondato il suo essere sulla presenza dei vincitori della passata edizione, il camoscio di Civezzano Antonio Molinari e la fondista di Bosco Chiesanuova Sabina Valbusa, pronti a concedersi un prezioso bis a distanza di dodici mesi dal successo targato 2007. Troppo forti per la concorrenza e capaci ancora una volta di imporre la propria legge ai danni rispettivamente dell'altro sempre verde della corsa in montagna Claudio Amati e di Lorenza Beatrici che può a sua volta gioire vista la partecipazione fuori gara dell'olimpionica della Lessinina, portacolori sì della Forestale, ma non tesserata per la Fidal e quindi iscritta come escursionista. Vabbè, poco importa ai fini della classifica generale, mentre decisamente più scottanti sono quei 3 secondi che separano Silvia Pedri, prima ad affrontare le rampe del Baldo, dalla stessa Beatrici, presentatasi però in gara con la fatica della Toblino-Ranzo della sera precedente nelle gambe, così come il marito Max Chemelli.

Terzo tempo quindi per la Pedri dietro la quale si inserisce una coppia davvero particolare: la maestra Luisa Merz precede infatti l'allieva Giulia Miori, forse la più piacevole sorpresa dell'intera stagione della corsa in montagna trentina, per il suo essere ventenne alle prime armi e già capace di mettersi in bella evidenza, sia per convinzione e determinazione, sia per le doti fisiche.
A completare il podio maschile è invece l'orientista primierotto Carlo Rigoni che nel finale si prende tutto il merito del sorpasso ai danni di Federico Segatta, per sua stessa ammissione decisamente "cotto e carico di lavoro".
E così il Circuito Baldo, Brenta e Lagorai ha dato vita anche al suo penultimo atto, ora non resta che attendere il gran finale, previsto per domenica 7 settembre in quel di Castione, quando il profumo delle caldarroste farà da cornice alla nona ed ultima prova del circuito provinciale che incoronerà i nuovi campioni trentini di corsa in montagna. I nomi? troppo facile dire Molinari in campo maschile, mentre al femminile la leadership della Beatrici potrebbe essere messa in dubbio dalla sorpresa Pedri: l'ultima gara ed il gioco degli abbuoni saranno fondamentali per dirimere la questione.

Ah, prima di chiudere...doverosa citazione per due "turisti" dell'Altissimo, il presidente del Coni Trentino Giorgio Torlger e soprattutto il padrino del Crus Pedersano, Carlo Guerra, primo vincitore su queste stesse rampe nel lontano 1954 ed ancora oggi capace di tornare in vetta con passo sicuro e zaino sulle spalle. Come dire? Alla faccia della carta d'identità!

Le foto della giornata...


Le classifiche...

Melinda: Lorenza Canali sorprende Eleonora Berlanda; Ceccarelli, Deimichei, Zanei e Tomasini sul velluto

Le due gare più attese del sedicesimo Meeting Melinda erano molto probabilmente i 400 e i 1500 metri femminili, sia per la presenza di un cast di buon livello (Benedetta Ceccarelli, Francesca Endrizzi e le cubane Romero e Caballero da una parte, Eleonora Berlanda, Lorenza Canali e la marocchina Janat dall'altra), sia per alcuni significati nascosti tra le righe di una gara disputata nel bel mezzo della parentesi olimpica.
Sulla distanza più corta la umbra portacolori dei Carabinieri ha dimostrato di essere ancora in ottima condizione, pronta per cercare l'acuto nel mese di settembre, magari sulla stessa pista del Palio della Quercia di mercoledì 10: staremo a vedere, intanto la primatista italiana dei 400hs ha avuto la meglio col tempo di 44"19 della coppia cubana e della padroncina di casa, rallentata da una fastidiosa infiammazione all'arco plantare del piede destro che spiega meglio il 55"85 della rappresentante dell'Esercito.
La classica distanza del mezzofondo ha invece confermato il non perfetto stato di forma di Eleonora Berlanda che pur su ritmi per lei normali si è fatta infilare nel giro finale dalla più giovane Lorenza Canali, ormai a suo agio tanto sul doppio giro di pista quanto nei 1500 metri. Il tempo di 4'28 e spiccioli non è di sicuro gran cosa, ma la facilità e la disinvoltura esibiti in corsa lasciano intendere che nelle prossime settimane la castionera potrebbe finalmente regalarsi l'acuto anche nei cari 800 metri. Terzo posto per la Janat, seguita dalla nonesa Sara Berti e dalla trentina Elektra Bonvecchio.

Chi non ha potuto fare gli onori di casa è stato invece Stefano Petrolli, costretto da un problema al tendine a seguire dalla tribuna del suo campo la sfida tutta Fiamme Gialle sugli ostacoli alti che ha incoronato l'esperto Andrea Alterio (13"93) ai danni del più giovane Stefano Tedesco (14"31) mentre in precedenza lo stesso rettilineo principale aveva ospitato gli annunciati assoli di Davide Deimichei (10"73) e Doris Tomasini (11"93). Lo stesso si può dire del salto in alto e del getto del peso, dove ad imporsi sono stati gli atleti del veronese: per Valeria Marconi si è rivelato sufficiente un salto a 1,70 per mettere il proprio sigillo sulla gara prima di fermarsi per cautelare un piccolo fastidio alla caviglia di stacco; mentre dall'altra parte del campo Marco Dodoni staccava un 17,61 che gli consegnava la vittoria ma ben poche soddisfazioni.
In attesa di tornare a dar battaglia sugli 800 (il Palio della Quercia sembra fare al caso suo), Giordano Benedetti a Cles si è testato sul singolo giro di pista, chiuso da vincitore con 49"40 davanti ad un positivo Loris Eccher, al personale in 50"26 dopo una gara condotta completamente all'attacco prima del rettilineo finale in salita.
Agevoli vittorie sono arrivate anche da Francesco Nadalini nei 1500 metri e da Norbert Bonvecchio nel giavellotto, mentre la pedana del lungo ha regalato un nuovo salto a 7,32 di Pierluigi Putzu (eguagliato il fresco personale ottenuto ai regionali di Arco) ed il modesto 5,80 di Elisa Zanei, comunque sufficiente per garantirle il successo davanti alle altre due miss del gruppo Faifer, Luisa Costa e Chiara Bettinazzi.

E da oggi tutti a Dimaro! Ha infatti preso il via nella serata di ieri il consueto raduno residenziale estivo: una trentina di allievi e junior potranno lavorare per l'intera settimana sotto il controllo dei tecnici responsabili di settore; con loro anche un gruppo di atleti senior e alcuni militari.

Le foto della serata...

I risultati del Meeting Melinda...

mercoledì 20 agosto 2008

Coraggio, Martina...

Pesante come un macigno, terribile come una tragedia inattesa, nella giornata di ieri è arrivata la notizia della morte improvvisa di mamma Caterina. Martina l'ha saputo pochi momenti dopo il suo ingresso nel villaggio olimpico, due giorni prima della gara, come vuole la procedura della spedizione azzurra.

Inutile dire come una simile notizia faccia passare in secondo piano tutto quanto avvenuto nello stadio olimpico: l'atletica tutta e soprattutto quella trentina si stringe attorno a Martina in questo momento difficile per una ragazza che a soli 21 anni si trova senza un preziosissimo ed indispensabile punto di riferimento, oltretutto nella necessità di affrontare il dramma a seimila chilometri di distanza, nel dubbio e nell'incertezza sul da farsi. L'istinto di tornare ed i consigli di chi le sta vicino di rimanere, per non rinunciare anche al sogno olimpico.

Coraggio Martina, un forte abbraccio

Luca

lunedì 18 agosto 2008

Obrist da urlo: domani la finale! Grenot ancora record, Licciardello quasi

Christian Obrist in una finale olimpica nei 1500 metri. Sì, Pechino ha saputo regalare anche questo e domani nel pomeriggio italiano il ventottenne di Bressanone si regalerà un sogno ancora più grande di quello di partecipare alle Olimpiadi, quello di essere al via di una finale nei 1500 metri. Un sogno che tiene inchiodato al cuscino il carabiniere allievo di Ruggero Grassi sin dal cuore della domenica cinese, quando con una condotta di gara assolutamente accorta ed intelligente ha centrato la qualificazione diretta al turno decisivo. Cosa che per un italiano non accadeva da una ventina di anni abbondante. Insomma, mica roba da tutti i giorni. E alzi la mano chi avrebbe solo potuto immaginare una così positiva trasferta per Obi. Anzi, di più, per l'intero settore del mezzofondo (Romagnolo record e nona nelle siepi, Cusma ormai prossima alle top, a proposito di 800...ma siamo sicuri che la Jelimo sia normale? Sembra un fenomeno...) che ha sicuramente passato l'esame, ancor prima della discesa in pista di Silvia Weissteiner che domani, un paio di ore prima del compagno di allenamenti, cercherà nello stadio pechinese il visto d'accesso alla finale dei 5000 metri. Una finale difficile, quasi impossibile. Ma lo si diceva anche per Obrist, che invece sussurra: "Certamente sento un po`la stanchezza, ma non penso che gli altri finalisti si siano risparmiati nelle gare precedenti. Potrei accontentarmi del 12esimo posto, ma voglio dare il massimo e cercare di lasciarmi alle spalle uno o l'altro. Voglio divertirmi di nuovo in questa atmosfera unica".

Mezzofondo azzurro in auge, quindi. Pur senza acuti particolarmente eclatanti, ma viste le premesse e le ultime esperienze è sicuramente un passo avanti, così come lo è per i quattrocentisti: dopo il doppio record di Libania Grenot (in semifinale ha staccato un 50"83 che migliora di pochi centesimi quanto fatto il giorno prima) è arrivato il quasi record di Claudio Licciardello in campo maschile, 45"25 ad un niente dal primato di Barberi per accedere al secondo turno del giro di pista. Un miglioramento importante per una promozione preziosa come quella di Clarissa Claretti, una che ha già dimostrato di non sapere cosa sia la tensione negli appuntamenti importanti: 71,62 per il suo martello e arrivederci in finale. Obiettivo raggiunto anche da Filippo Campioli, unico dei tre saltatori in alto azzurri capaci di entrare tra i migliori 12 della qualificazione. Uno spento Talotti si è fermato a 2,20; un discreto Bettinelli ha saltato lo stesso 2,25 dell'emiliano, ma commettendo un errore in più, rivelatosi poi fatale. E fatale è stata anche la qualificazione del triplo per Fabrizio Donato cui non è riuscito l'arrembaggio ai 17,10 metri necessari per il passaggio del turno in un concorso che, come già al femminile, si manifesta in grande spolvero pur nell'assenza (si spera non definitiva) di Christian Olsson.

Questo per quanto riguarda la parentesi azzurra. Il resto ha regalato record mondiali a gogo, dopo l'apertura riservata a Usain Bolt (ah...sua maestà Michael Johnson ha detto che il giamaicano abbatterà a breve anche il suo glorioso 19"32: la domanda ora è quando) è arrivato il primo sub 9 nei 3000 siepi femminili, grazie alla già primatista Gulkina autrice di una prova di grande autorità chiusa in piena spinta in 8'58"81, è arrivato l'ennesimo record di Yelena Isimbayeva che nell'attenzione generale del Bird's Nest Stadium ha aggiunto un altro centimetro alla sua collezione di perle, ora arrivata a 5,05; è arrivato il primato mondiale juniores degli 800 metri a firma del fenomeno Pamela Jelimo, sempre più costante su tempi da capogiro: 1'54"87. E se a soli 18 anni e una manciata di mesi questa keniana è fissa attorno all'1'55, siamo proprio sicuri che il record impossibile della Kratochvila (1'53"28 del 1983) sia davvero così impossibile? Si vedrà...

La maratona ha regalato la cavalcata della rumena Costantina Tomescu Dita, ma più di tutte merita gli applausi e l'ovazione dello stadio la generosissima Paula Radcliffe, capace di chiudere la prova incurante dei lancinanti dolori che giungevano dal femore già infortunato negli scorsi mesi e dagli inevitabili crampi che hanno accompagnato l'ultimo quarto della sua fatica letteralmente olimpica. Ha un brutto rapporto, l'inglese, con le Olimpiadi: chissà che tra 4 anni l'aria di casa non possa portargli in dote quell'alloro che senz'altro merita.
Ah, si è rivista in pista anche la folgore, al secolo Usain Bolt. Lui continua a scherzare, piazzando tempi di interesse con la facilità con cui si scarica un due di coppe quando la briscola è denari. Gli altri per stare al suo passo faticano come muli cercando di apparire sereni e decontratti. Vabbè, domani sera nella finale dei 200 assisteremo ancora a due gare diverse. Meglio così, sia chiaro.
Un triplo femminile da favola (15 metri non sufficienti per il podio...chapeau), ostacoli crudeli per l'attesissimo padrone di casa Liu e per la dolce svedesima Susanna Kallur ma dolcissimi per la statunitense Lolo Jones che in attesa della finale ha piazzato un sontuoso 12"43 mentre sul campo scendeva Kenenisa Bekele per ricevere la medaglia d'oro guadagnata la sera precedente al termine di un 10.000 chiuso con un giro da 53" dopo le immancabili beghe tra etiopi, keniani e l'eritreo di turno.
Ma in fondo c'è stata una gara che ha deluso un po'. Sì, il lungo maschile, con un Saladino tutt'altro che crudele e cattivo pronto a fare il compitino e poco più. E l'amarezza per l'andamento e l'irrazionalità della stagione di Howe oggi è ancora più forte.

Ma non pensiamoci, va. Guardiamo invece che succede alla Beijing Sport University. Martina Giovanetti continua imperterrita la sua personalissima caccia al tesoro, vale a dire un qualsiasi ricordo del suo idolo sportivo Allyson Felix. La vicinanza con le big americane non fa che aumentare il suo senso di ammirazione nei confronti delle sprinter a stelle e strisce di nuova generazione, quelle che ai muscoli preferiscono la leggerezza e l'eleganza ("Credo che Muna Lee sia più magra di me, se è possibile..." dice la giovane forestale) in attesa di conoscere la sorte che lo staff tecnico le riserverà nei prossimi giorni. La speranza di entrare nel quartetto titolare è sempre forte, così come la tensione che sale giorno dopo giorno.

Ma per fortuna a tranquillizzarla c'è lo spirito olimpico, l'atmosfera di un evento globale da vivere a soli 21 anni. Ma poi viene da pensare ad una cosa... ma se nel primo turno della 4x100 Italia e Usa dovessero correre insieme, vi immaginate una giovane in maglia azzurra andare a chiedere autografo e foto ricordo ad una pantera americana che sta posizionando i blocchi al via?

Non ci sono dubbi, sarebbe la scena dell'Olimpiade. Altro che Phelps e ThunderBolt!

Nelle foto in basso... prove di quartetto? Giulia Arcioni, Manuela Grillo, Audrey Alloh e Martina Giovanetti al decollo. No, forse manca qualcuna...
Quindi Martina in compagnia di uno che di Olimpiadi se ne intende...

sabato 16 agosto 2008

ThunderBOLT: un mostruoso 9"69 solleva il morale in un pomeriggio davvero grigio

Per fortuna che sono arrivati i 100 metri! Il pomeriggio pechinese all'interno del Bird Nest Stadium stava scivolando tra una delusione e l'altra ma quei 10 secondi scarsi di gara hanno saputo rendere tutta l'adrenalina inutilmente attesa in precedenza. Il perchè è tutto nel risultato finale, 9"69. Un tempo mostruoso, ma più del tempo è mostruosa la facilità con cui ci è arrivato il nuovo imperatore della velocità mondiale, Usain Bolt, giamaicano appena più che ventiduenne e già primatista del mondo dopo il 9"72 di fine maggio.
Lento in partenza? Macchè, anzi. Già dopo venti metri Bolt era in testa, dopo 70 si è guardato attorno, quasi sorpreso di non vedere nessuno accanto a sè. Agli 80 ha iniziato i festeggiamenti, lasciando andare la falcata senza forzare oltre, incredulo a sua volta di quanto stava avvenendo sul rettilineo più osservato di tutta l'Olimpiade. Il 9"69 apre una nuova frontiera, perchè non è difficile immaginare ulteriori miglioramenti (suoi, ovviamente, e di chi se no? Richard Thompson, secondo, è arrivato a due decimi di distanza, e grazie che Bolt non ha spinto fino in fondo) vista la condotta di gara e la completa assenza di vento. Con Asafa Powell ancora afflitto dalla sindrome da finale (solo quinto, solo 9"95) e un macchinoso Tyson Gay eliminato in semifinale, la medaglia d'argento è andata al trinidegno Thomson, giovane erede di Ato Boldon mentre a salvare il bilancio della velocità a stelle e strisce ci ha pensato il meno atteso dei tre partenti, Walter Dix, 9"91. Ma in fondo, questa è stata un'altra gara rispetto a quella di Bolt.

Poco prima che sulla pista scendesse il ThunderBOLT il clima era allietato dagli abbracci e dal giro d'onore delle eptatlete, guidate dall'ucraina Natalija Dobrynska (6733 punti) vincitrice in un concorso orfano (per volontà loro, purtroppo) della reginetta Carolina Kluft e della potente Eunice Barber.

Per fortuna che sono arrivati i 100, si diceva. Perchè prima, in chiave azzurra, c'è stato ben poco da sorridere. Si sapeva che Andrew Howe si presentava a Pechino con ben poche certezze ed una condizione tutta da costruire. Ma forse ci si aspettava qualcosa di più del 7,81 insufficiente per il californiano di Rieti per ottenere la qualificazione alla finale. "La forma non c'è, ho fatto tutto il possibile ma nell'atletica non si può inventare nulla". Se ne va mesto, il ventitreenne dell'Areonautica che ha dovuto pagare a caro prezzo la leggerezza (sua, del suo staff e dell'intero staff nazionale, vista la ben nota fragilità dei muscoli di Andrew) di concedersi un 200 metri in occasione della Coppa Europa di Annecy, a giugno. L'infortunio muscolare ha di fatto messo fine alla sua stagione olimpica, nonostante il tentativo di rimettersi in piedi per l'appuntamento pechinese. Facile parlare a posteriori, verissimo: non resta che sperare che nel prossimo futuro la programmazione del talento Howe sia giudata maggiormente dal buon senso; in fondo non è morto nessuno e di occasioni simili ne arriveranno altre.

Alla delusione per l'eliminazione di Howe ha fatto seguito quella per l'opaca prova di Chiara Rosa nella finale del peso: apparentemente facile 18,74 in mattinata e opaco 18,22 in serata. L'istrionica padovana non cerca scuse, anzi; fa quasi specie vederla intristita e delusa, lei al solito vivace fino all'eccesso. Poca soddisfazione anche per l'11"56 di Anita Pistone nei quarti di finale dei 100 metri; anche per la siciliana un passo indietro rispetto a quanto fatto vedere in mattinata, per di più in un quarto tutt'altro che impossibile che sembrava poter lasciare un varco per un ulteriore passaggio di turno.
Tra tutti quindi, la delusione meno forte è forse quella di Elisa Cusma, fatta fuori nella terza ed ultima semifinale degli 800 a suon di tempi di assoluto valore. La modenese si è arresa con un buon 1'59"52 che rispecchia il suo valore medio attuale: per passare il turno la ventisettenne dell'Esercito doveva limare almeno un altro secondo, troppo per il suo potenziale attuale, magari ci arriverà tra un paio di stagioni.

Se ne va quindi in archivio un pomeriggio piuttosto amaro per l'atletica azzurra, sperando che domani le cose vadano un pochino meglio con la maratona femminile (Incerti, Sicari e Genovese), con l'alto maschile (Campioli, Talotti e Bettinelli), con le semifinali di Libania Grenot e di Christian Obrist e la finale di Elena Romagnolo. In fondo domani è un altro giorno.
Ma le immagini di Bolt, per fortuna, resteranno a lungo.

Super Grenot e Brugnetti quinto nella mattinata pechinese

Iniziamo dalla fine, dall'elegante cavalcata di Libania Grenot, all'esordio con i colori azzurri, nella seconda batteria dei 400 metri, conclusa con il nuovo primato nazionale, il secondo dopo quello firmato a fine giugno a Firenze. Ma se allo stadio Ridolfi l'italo-cubana si era limitata a ritoccare di qualche centesimo il record di Daniela Reina, stamane a Pechino ha voluto completare l'opera, infrangendo la barriera dei 51 secondi per vincere la propria batteria in un ottimo 50"87 che..."Sono felicissima per il tempo, ora voglio entrare in finale". Idee chiare: il suo tempo è il quarto assoluto di questo primo turno e l'obiettivo finale sembra sicuramente alla portata della ragazza allenata da Riccardo Pisani.

Chi invece si è già assicurata un posto in finale è Chiara Rosa, già pimpante di prima mattina per lanciare il suo peso da 4 chilogrammi a 18,74 già al primo tentativo per mettere al sicuro una qualificazione invece amara per la compagna di squadra Assunta Legnante, fermatasi a 17,76 nella prova che ha visto la neozelandese Valerie Vili, già campionessa del mondo in carica, toccare i 19,73 precedendo due ragazze cinesi.

Semaforo verde anche per Anita Pistone nel primo turno dei 100 metri: la siciliana dell'Esercito ha completato la propria batteria in seconda posizione alle spalle della sola Muna Lee, staccando un interessante 11"42 che le garantisce la presenza nel turno pomeridiano, quando i giochi saranno già più complicati.

Niente da fare invece per Hannes Kirchler, autore di un opaco 56,44 assolutamente lontano dagli standard richiesti per la qualifica, e per Matteo Villani, incappato in una caduta nei 3000 siepi e obbligato al ritiro.

Ma la mattinata si era aperta nel segno della marcia ed il campione uscente Ivano Brugnetti ha difeso alla grande il suo titolo olimpico, arrendendosi solo nel finale all'accelerazione degli altri uomini favoriti per la vittoria, a cominciare dal russo Valery Borchin che ha legittimato i favori del pronostico prendendosi l'oro a discapito dell'ecuadoregno Jefferson Perez e dell'australiano Jared Talled. Ai piedi del podio il cinese Wang, quindi il finanziere milanese che con il quinto posto si conferma ai vertici della specialità, dimostrando di aver ritrovato lo smalto dei giorni migliori dopo qualche uscita decisamente poco incoraggiante, come testimoniato dal tempo di finale di 1:19'51" tra i migliori di sempre dell'allievo di Antonio La Torre. Gli altri due marciatori azzurri si sono ben difesi, con Giorgio Rubino 18imo e Jean Jeacques Nikoulokidi 37imo.

E Martina Giovanetti? Le prime sgambate post-assimilazione del fuso hanno dato indicazioni positive e la giornata odierna la vedrà impegnata in un allenamento già più intenso, prima di fare una capatina al villaggio olimpico alla caccia di autografi e foto ricordo, magari sulle tracce dell'idolo personale Allyson Felix...
Intanto ieri, come testimonia anche la foto, ha messo piede al Bird Nest Stadium per seguire lo sfortunato secondo turno del compagno di allenamenti Simone Collio.

venerdì 15 agosto 2008

Romagnolo record e Obrist pimpante, il mezzofondo azzurro va. Gli altri un po' meno...

Al termine della prima giornata di atletica olimpica a sorridere più di tutti sono i mezzofondisti. Sì, proprio loro, guidati dalla più minuta del gruppo azzurro, la biellese Elena Romagnolo che con una prova tutta grinta e maturità ha saputo staccare il passaggio alla finale dei 3000 siepi ritoccando anzi, distruggendo, il suo primato nazionale. Da 9'31 e spiccioli la ventiseienne dell'Esercito è scesa a 9'27"48 che le è valso il quarto posto nella terza batteria e soprattutto il ripescaggio in vista del turno definitivo. Davanti le altre viaggiano una decina di secondi più forte, ma poco importa. Il risultato dell'esile allieva di Tiziano Bozzo è da sottolineare a tratto doppio, sia per l'importante riferimento cronometrico, sia per l'ennesima dimostrazione di un carattere di ferro da parte di una ragazza che, al di fuori della pista, si evidenzia soprattutto per i modi gentili, educati, umili. Sarà un piacere rivederla all'opera nei prossimi giorni, così come la più frizzante Elisa Cusma, probabilmente il biglietto da visita più importante a livello internazionale del settore azzurro. L'emiliana, compagna di colori della Romagnolo, ha interpretato con giudizio il suo ruolo di outsider nella quarta ed ultima batteria del doppio giro di pista, controllando la volatona finale che ha garantito il passaggio a tutte e cinque le protagoniste della sfida, ultima delle quali la stessa ventisettenne modenese, accreditata di un incoraggiante 2'00"24 giunto di prima mattina. Un buon viatico in vista della semifinale, sicuramente più probante.

Tra le due davvero convincente anche il 3'35"91 di Christian Obrist nei 1500 metri: un tempo che è valso il quarto posto in una intricata batteria al carabiniere brissinese allenato da Ruggero Grassi, capace di segnare il miglior tempo stagionale proprio in terra cinese, con l'intento di migliorarlo ulteriormente nella prossima semifinale. Sorride Obrist, sorride anche Goran Nava, nonostante l'eliminazione: ma l'esserci è già un successo per il lombardo approdato a Pechino abbracciando i colori della Serbia offerti dalla madre.
Tre mezzofondisti e mezzo in gara e tre passaggi del turno, più di così non si poteva chiedere e a sorridere sono anche i responsabili di settore Pierino Endrizzi e Silvano Danzi che iniziano a vedere concretizzato il lavoro di questi anni.
Meno brillante il resto della pattuglia azzurra, a cominciare dai lanciatori e principalmente da Marco Lingua, incappato in tre nulli davvero dolorosi per lui che in stagione aveva dimostrato di aver digerito abbondantemente i 78 metri richiesti per la qualificazione alla finale del martello. E le perplessità per un nullo (non si è ben capito per cosa) molto lungo di capitan Vizzoni leniscono di poco la delusione per la doppia eliminazione, mentre risulta più comprensibile quella di Magdelin Martinez, giunta a Pechino con alle spalle una stagione a dir poco travagliata, per problemi fisici e personali, suoi e di chi gli sta vicino: il 14,00 non si è rivelato sufficiente per approdare nella finale di un concorso che si preannuncia stellare.
Dopo quella di Cerutti, si è fermata anche la corsa di Simone Collio, incapace di cambiare marcia nella sessione serale per ripetere il 10"32 mattutino, troppo poco per accedere al turno successivo che richiedeva almeno un 10"15 decisamente vicino ai limiti del finanziere lombardo trapiantato a Rieti. Si è chiusa così l'avventura individuale dei velocisti azzurri, mentre le prime scaramucce tra i big dello sprint hanno parlato in favore di Bolt, autore di un facile 9"92 che inizia a preoccupare Powell e Gay, anche se Asafa si è ben difeso fermando il cronometro un decimo di secondo dopo il connazionale.

Nel frattempo sono state assegnati i primi titoli olimpici: uno, annunciato, è finito al collo dell'etiope Tirunesh Dibaba al termine di 10 mila metri conditi dal nuovo primato olimpico (e mondiale, verrebbe da dire, se non ci fosse l'impossibile crono della cinese Wang) di 29'54"66 e caratterizzati dal duello con l'ex connazionale, ora turca, Elvan Abeylegesse, autrice di un 29'56"44 che vale il nuovo record europeo. Terza a sorpresa la statunitense Shalan Flanagan (30'22"22, record americano) con la junior keniana Linet Masai a chiudere ai piedi del podio con il nuovo primato mondiale under 20 (e record nazionale) di 30'26"50. Una gara stellare, grazie anche al lavoro (quasi da lepre) della keniana d'Olanda Lornah Kiplagat, poi ottava.
L'altro oro è andato a togliere lo zero nella casella della Polonia, grazie al 21,51 di Tomasz Majewski, barbuto ventisettenne studente di scienze politiche a Varsavia che, lemme lemme, ha soffiato a suon di primati personali la vetrina all'atteso tridente a stelle e strisce, salvato soltanto dall'argento di Christian Cantwell che proprio all'ultimo lancio (21,09) ha raggiunto una medaglia ormai insperata. Terzo posto per il bielorusso Andrei Mikhnevich, 21,04.

Domani, anzi, tra poche ore tocca a Ivano Brugnetti, chiamato alle 3 di questa notte alla difesa dell'oro olimpico di Atene nella 20 chilometri di marcia. Con lui anche Jean Jeaques Nikoulokidi e Giorgio Rubino, mentre poche ore dopo toccherà alla coppia di pesiste Chiara Rosa e Assunta Legnante inseguire la qualificazione a 18,45. Quindi in scena le siepi di Matteo Villani, il disco di Hannes Kirchler (improbo 64,50 per il carabiniere altoatesino), la velocità di Anita Pistone e l'eleganza di Libania Grenot. Nella sessione pomeridiana quindi la semifinale di Elisa Cusma, la qualificazione di Andrew Howe, la finale del peso e l'eventuale secondo turno della Pistone.

Per chiudere con i fuochi d'artificio della finale dei 100 metri.

Pechino, primi giorni tra ambientamento e shopping. Intanto entra in scena l'atletica

In attesa di assaggiare l'atmosfera del villaggio olimpico, Martina Giovanetti sta piano piano adattandosi al fuso orario e dopo la prima giornata passata a riprendersi dal lungo viaggio, ieri si è ritagliata il tempo per mettere il naso al di fuori della comoda cornice della Beijing Sport University, quartier generale della pattuglia azzurra. Veloce uscita per concedersi un po' di shopping con la compagna di squadra, stanza e staffetta Manuela Grillo, per riscoprire una Pechino decisamente diversa rispetto a quella incontrata due anni fa in occasione dei campionati del mondo juniores: diversa sia nella cura dei particolari che nel clima, agevolato anche dalla pioggia caduta in questi giorni. E il cibo..."Per fortuna alla Beijing University c'è Giovanni, il cuoco solitamente di stanza a Formia che non ci fa sentire la mancanza della cucina italiana!"
Tutto procede al meglio quindi nella lontana Cina, anche l'irrinunciabile rito di iniziazione che ha coinvolto la velocista di Mattarello: immancabile taglio di capelli ed improbabile shampoo per battezzare l'esordio nella nazionale maggiore. Un esordio addirittura olimpico.

In attesa dell'allenamento pomeridiano, oggi Martina ha fatto una capatina al Bird Nest Stadium per seguire le prove dei primi azzurri, chiamati in gara ad aprire le danze in questa prima giornata dedicata all'atletica leggera. Mattinata di qualificazioni, con gli immancabili sorrisi e rimpianti. Il più pesante è forse quello di Marco Lingua che non è riuscito ad andare oltre a tre nulli nel lancio del martello: sfuma la possibile qualificazione, così come per il capitano azzurro Nicola Vizzoni, fermo a 75,01: al passaggio del turno mancava ancora una trentina di centimetri. Brillante invece Elisa Cusma, capace di un ottimo 2'00"24 mattutino negli 800 metri: quinto posto nella batteria più intrigata e quarto tempo di ripescaggio (in 5 sotto i 2 minuti: Mutola, Okoro, Klocova, Lewis e Busienei) in vista delle semifinali, vero banco di prova per la ventisettene emiliana.
In precedenza, di prima mattina, i 100 metri avevano fatto staccare le prime scintille nel duello tra i titani della velocità. Nessun tempo eccezionale (il migliore l'inglese Tyrone Edgar in 10"13) con Asafa Powell interprete di 10"16 davanti al 10"20 del connazionale Usain Bolt e del 10"22 di Tyson Gay. Semaforo verde per Simone Collio che passa il turno con un agevole 10"32 (terzo nella batteria vinta dal trinidegno Richard Thompson) mentre Fabio Cerutti non è andato oltre il 10"45 (proprio accanto a Bolt), troppo poco per accedere al turno successivo. Nel primo pomeriggio italiano gli uomini jet torneranno comunque in pista, così come Christian Obrist chiamato ad un difficile primo turno nei 1500 metri (il brissinese sarà nella quarta ed ultima batteria; il milanese di Serbia Goran Nava nella seconda), Elena Romagnolo, impegnata nel primo turno dei 3000 siepi e Magdelin Martinez, chiamata in pedana nella qualificazione del salto triplo.

Nella foto in alto, Martina Giovanetti tra Pierino Endrizzi, responsabile del settore mezzofondo azzurro, e Giuliana Aor, tecnico della tuffatrice di VillaMontagna Francesca Dallapè. Un terzetto di trentini a Pechino.

mercoledì 13 agosto 2008

Grand Prix Trentino: dopo i regionali guidano Deimichei e Tomasini

Anche per la stagione in corso il Grand Prix Trentino su pista sembra strizzare l'occhio alla velocità. Le classifiche generali hanno preso una prima forma provvisoria all'indomani dei Campionati regionali di Arco, prova obbligatoria per accedere in graduatoria. Ed in vetta alle rispettive classifiche troviamo proprio due dei maggiori protagonisti della due giorni arcense, Davide Deimichei e Doris Tomasini, velocisti accomunati tanto dalle specialità affrontate, quanto dai colori vestiti.
L'allievo di Andrea Zamboni si presenta così all'ultima fase della stagione forte di 1831 punti, frutto tanto del 21"39 staccato nel mezzo giro di pista ad Arco (938 punti), quanto del 48"49 ottenuto il giorno precedente nei 400 metri, risultato che gli porta in dote lo stesso bottino di punti (893) del 10"65 ottenuto nei 100 a Trento in occasione della seconda fase dei campionati regionali di società.
Alle spalle del ventenne di Ala al momento si inserisce il compagno di colori Peter Lanziner che grazie ai 5000 e ai 3000 siepi ha incamerato fin qui 1729 punti, ma dietro gli avversari incombono, con Francesco Nadalini terzo a 1694, Mattia Gasperini quarto con 1671 lunghezze e Cristian Cristelotti quinto, 1666.

E nella stessa cornice dello Stadio di via Pomerio di Arco ha preso forma la doppietta di Doris Tomasini nei 100 e 200 (rispettivamente 11"63 e 23"96) che tramutati in punteggi tabellari valgono la bellezza di 2007 lunghezze che garantiscono alla ventiquattrenne roveretana un margine di 150 punti nei confronti della coetanea mezzofondista Lorenza Canali (1857) e pochi di più sulla terza rappresentante della classe '84 Elisa Zanei (1821). Il duello tra Quercia e Valsugana continua anche ai piedi del podio, con Helga Ganassini (1725) seguita da Luisa Costa (1710) e Cinzia Scarpignato (1678).

E se tra i grandi spadroneggiano i velocisti, tra gli under 20 a fare la voce grossa sono i mezzofondisti. Al comando della classifica femminile c'è addirittura una coppia di giovani speranze composta da Silvia Chemotti e Federica Scrinzi, appaiate a quota 1439 e seguite a meno di cento punti di distacco dall'aquilotta Francesca Zanella, 1357. I colori dell'Atletica Trento guidano invece la graduatoria maschile per merito di Stefano Grimaz che mantiene un ristretto margine di vantaggio su Giacomo Fait e Loris Eccher: 1578, 1538 e 1526 i rispettivi punteggi.

Scendendo ancora di età si arriva agli allievi. Diversi punteggi e attrezzi ma protagonisti per certi versi annunciati: Letizia Marchi guida in campo femminile ai danni di Valentina Menolli mentre Marsel Cavagna sembra lanciato al successo nella sua graduatoria quando però manca ancora l'appuntamento fondamentale ed obbligatorio dei campionati regionali di categoria, fissati per l'ultimo fine settimana di settembre con la problematica concomitanza con le finali nazionali dei Campionati di Società, da questa stagione aperti (obbligatoriamete) ad almeno 2 allievi per squadra. E vista la sicura partecipazione alle finali dei settori femminili di Valsugana e Quercia e dei maschili della stessa Quercia e dell'Atletica Trento (oltre all'Athletic Club Bolzano)
si prospetterebbero campionati decisamente disertati, a meno di trovare una soluzione ritoccando un calendario che comunque nel fine settimana precedente propone l'Arge Alp di Lana ed il successivo proprio la rassegna tricolore under 18.

A breve la pubblicazione completa delle classifiche fino ad oggi, in attesa di conoscere le modifiche al regolamento vista la cancellazione del Meeting della Latemar, manifestazione facente parte del Gran Prix e che non si disputerà domenica 24 agosto a causa di inconvenienti organizzativi.

lunedì 11 agosto 2008

Decolla il sogno di Martina. Verso Pechino con tanta voglia di fare bene

Ieri pomeriggio a Rieti, tra una seduta in piscina ed una sgambata ha spento le 21 candeline sulla torta. La valigia era già pronta, meno gli ultimi dettagli sistemati oggi per poi prendere la via dell'areoporto, destinazione Pechino. Esattamente come due anni fa. Ma se nell'agosto del 2006 Martina Giovanetti prendeva la via dell'oriente per assaggiare i mondiali Juniores, oggi la velocista di Mattarello ha ufficialmente iniziato la sua avventura olimpica. Un'avventura che la giovane forestale vuole affrontare con tutta la determinazione del caso, nonostante l'immancabile ansia e agitazione.
La prima esperienza cinese della sprinter trentina era stata positiva in pista, meno fuori con innegabili difficoltà nel digerire il clima e la vita pechinese. Ora Martina torna e troverà una città sensibilmente diversa nella forma, uguale nell'afa e nello smog: l'esperienza vissuta servirà ad agevolare la fase di ambientamento in vista dell'impegno all'interno dello Stadio Olimpico, il Nido d'Uccello che ha ospitato anche la toccante cerimonia d'apertura.

Ma con che spirito parte, Martina? "Sto bene, molto bene. Mi sento in una forma ancora migliore rispetto alla settimana di Cagliari. Nei giorni scorsi abbiamo fatto un altro raduno a Formia e le indicazioni sono state assolutamente positive. Ho voluto dare il meglio di me per dimostrare che posso meritare anche un posto da titolare e credo che i risultati dei vari test possano proprio testimoniare questo. Mi auguro di poter gareggiare: sento che posso fare bene il mio dovere nella staffetta."

L'impegno delle staffette veloci è fissato per la serata di giovedì 21, quando a Pechino saranno le 9 e in Italia le 15: le candidate a vestire il ruolo di titolari sono Anita Pistone, Vincenza Calì, Giulia Arcioni, Audrey Alloh (il quartetto record della Coppa Europa), Manuela Grillo e la stessa Giovanetti. Sei ragazze per quattro posti. L'augurio di Martina? "Spero che i tecnici scelgano in base ai dati emersi in questi giorni e non solo sui ricordi di quanto avvenuto a giugno."

Nei prossimi giorni Martina non mancherà di tenerci aggiornati sugli sviluppi della sua esperienza olimpica. Come si dice in queste occasioni, stay tuned!

domenica 10 agosto 2008

Elisa Zanei vola a 6,14 per completare il bis. Doppietta anche per Doris Tomasini ma Davide Deimichei fa tripletta

Sicuramente non è uno che ama essere al centro dell'attenzione, anzi. Ma stavolta il personaggio della due giorni arcense non può essere che Davide Deimichei, e non solo perchè è riuscito a conquistare ben tre titoli regionali, ma soprattutto perchè due di essi, quelli individuali, sono stati conditi da riferimenti cronometrici davvero pregevoli. Già si è detto del 48"49 siglato all'esordio assoluto nei 400 metri; nemmeno 24 ore dopo il ventenne velocista alense si è ripresentato in pista sul mezzo giro, fermando i cronometri su un altrettanto sorprendente 21"39, ad un solo centesimo dal personale siglato 2 settimane prima nella calura di Cagliari, nonostante le tossine della fatica del giorno precedente ancora presenti nei potenti pistoni.
Alla doppietta personale si è poi aggiunta la vittoria della staffetta veloce della Quercia che ha così consentito all'allievo di Andrea Zamboni di rifarsi il guardaroba con ben tre magliette nuove fiammanti. Battute a parte, lo stesso Deimichei non ha nascosto la sorpresa di assistere a due prestazioni tanto positive e tanto ravvicinate in un periodo di lavoro piuttosto intenso e non finalizzato: in ogni caso notizie davvero positive e di buon auspicio per il mese di settembre.

Settembre, mese cardine anche per la stagione di Elisa Zanei. Ad Arco la saltatrice perginese, dopo l'agevole successo nel triplo, ha trovato il guizzo per migliorare il proprio personale nel salto in lungo, staccando un ottimo 6,14 che rinsalda la volontà di avvicinare misure di elite nazionale (leggasi 6,30 e, perchè no, magari anche qualcosina in più) entro la fine della stagione. Ora la ventiquattrenne del Gs Valsugana è attesa ad una settimana di relax prima di riprendere la rincorsa verso un obiettivo che le garantirebbe il definitivo salto di qualità. Lo stesso a cui è attesa Letizia Marchi che intanto conferma il suo ruolo di leader del giavellotto regionale, nonostante i soli 17 anni: il tempo per migliorare non manca di certo e la puntuale costanza attorno ai 45 - 46 metri acquisita in questi mesi è già di per sè indice di una maturità atletica che inizia ad affiorare.


L'altro risultato regionale da sottolineare è il 23"96 di Doris Tomasini nei 200 metri, tornata a scendere al di sotto del limite dei 24" dopo due anni per completare l'annunciata doppietta nella velocità. La pedana del triplo ha quindi messo in mostra un buon Gianluca Gasperini (15,52) ed un ormai completamente ritrovato Jeudi Brito, capace di 14,55 ma anche di un paio di tentativi decisamente più lunghi ma vanificati da nulli abbastanza esigui. Poco male, l'importante in fondo è che il saltatore di origini dominicane abbia in canna il colpo giusto per cercare di avvicinare, passo dopo passo, la frontiera dei 15 metri.
Prima di passare al mezzofondo, vanno segnalati i successi sugli ostacoli bassi di Helga Ganassini e Loris Eccher, autori rispettivamente di non trascendentale 64"e spiccioli e di un 58"06 valido per tornare sul gradino più alto del podio dopo il titolo regionale nei 100 metri.
Lo stesso gradino che ha ospitato il primo cittadino di Trodena, Edmund Lanziner, protagonista nel getto del peso con una spallata da 13,57 mentre al femminile la valsuganotta Silvia Baitella gioiva per il successo e soprattuto per aver superato la fettuccina dei 10 metri: 10,14 per lei che ha così completato il parco di campioni regionali del settore lanci che comprende anche Giorgia Nave e Davide Comunello, vittoriosi nel lancio del martello in occasione dell'antipasto offerto nella terza ed ultima serata del Gran Premio del Mezzofondo, rispettivamente con 43,33 e 52,85 metri.

Nella seconda giornata il menù del mezzofondo presentava 800 e 5000 metri. Nel doppio giro di pista la cembrana Erica Ferretti non si è lasciata sfuggire il successo (2'17" e qualcosa) precedendo la querciaiola Brunella Valenti e la valsuganotta Martina Tovazzi mentre al maschile lo sprint finale andava a premiare lo junior bolzanino Michael Solderer, capace di superare il conterraneo Stefano Valente e l'aquilotto trentino Stefano Grimaz (1'57"53), seguito da presso dal compagno di colori Federico Modica, junior fiemmese sceso per la prima volta a 1'58"95.
La distanza più lunga ha invece offerto due gare dall'andamento completamente opposto. All'ormai consueto monologo di Sara Berti (consueto come il tempo, 17'45) è seguito infatti il duello tra Peter Lanziner e Francesco Nadalini (il terzo protagonista, Francesco Bazzanella, ha dovuto alzare bandiera bianca dopo un paio di chilometri per una contrattura al polpaccio) che si è concluso con un'autorevole volata del rosso di Civezzano che è andato a fermare i cronometri sul 14'41. Sulla stessa distanza, ma da affrontare con le ginocchia bloccate, Patrizia Facchinelli si è aggiudicata il titolo regionale di marcia ai danni di Marta Moientale menrte sui 10 chilometri il bolzanino Marco De Salvador (allievo del giornalista Rai Franco Bragagna) ha avuto la meglio dell'espertissimo Graziano Morotti.

Dulcis in fundo, il salto con l'asta. Mai visto un concorso tanto qualificato da queste parti. Era annunciato come il piatto forte della rassegna arcense, e le protagoniste non hanno deluso le attese, dando vita ad una sfida vibrante e regolata sul filo del rasoio dalla più giovane del gruppo, la bergamasca Elena Scarpellini che grazie al minor numero di errori è riuscita a soffiare la vittoria alla più esperta compagna di colori alla Fondiaria Sai Anna Giordano Bruno, fermatasi alla stessa quota di 4,20 così come la milanese Arianna Farfalletti. Dopo i litigi con la pedana e soprattutto con il sole, basso sull'orizzonte e notevolmente fastidioso in fase di salto, il concorso è decollato con la primatista italiana Giordano Bruno decisamente sfortunata nel veder vanificati i 3 tentativi a 4,30 per questioni davvero millimetriche. Non è arrivata la misura da urlo, ma il concorso non ha mancato di attirare l'attenzione dei presenti, regalando una parentesi di alto spessore tecnico alla rassegna regionale che ha premiato la valsuganotta Giulia Benedetti, autrice dell'ormai solito 3,60.

Tutti i risultati...

Le foto della seconda giornata...

venerdì 8 agosto 2008

Regionali, prima giornata: sorprendono i quattrocentisti

Lo chiamano il giro della morte, ma sa regalare grandi soddisfazioni. Anche a chi affronta i 400 metri con il timore reverenziale della prima volta o a chi vi partecipa giusto per fare un test tra una settimana di allenamenti e l'altra.
Eppure le indicazioni più interessanti di questa prima giornata dei campionati regionali in programma ad Arco sono arrivate proprio dal giro di pista, soprattutto per merito di un ottimo Davide Deimichei e di una sorprendente Lorenza Canali.
Non si può certo dire che il velocista alense si sia presentato ai blocchi di partenza a cuor leggero: temeva questa brutta bestia, affrontata per la prima volta da solo contro un cronometro ufficiale ma alla fine i timori si sono tramutati in gioia, nel vedere ripagata la fatica da un gustoso 48"49 che gli ha permesso di vestire la maglia di campione regionale nonostante la sua partenza nella serie idealmente meno quotata.
Pochi minuti dopo, sulla stessa distanza e nella stessa terza corsia era la mezzofondista castionese a tagliare esultando il traguardo: vittoria e nuovo personale ma soprattutto un sorriso che potrebbe mettere fine ad un periodo piuttosto turbolento, apertosi (il sorriso, non il periodo turbolento) nel vedere il tabellone cronometrico fermo su un impensato 55"52 per lei che solo in rare occasioni era riuscita ad avvicinare la barriera dei 56 secondi.

Ottime impressioni per entrambi quindi, così come per Valeria Marconi che si conferma ormai stabile a quote di ottimo livello aggiudicandosi il concorso dell'alto con un terzo salto davvero ampio a 1,80 per poi sfiorare di un niente il valicamento dell'asticella a 1,84. Il gradino più alto del podio è comunque garantito e molti indizi lasciano pensare che l'1,83 del bronzo tricolore di Cagliari sia solo una tappa di passaggio, superabile a breve. E mentre la ventisettenne di Valeggio sul Mincio saliva di misura in misura, nella pedana del lungo Pierluigi Putzu confermava di attraversare una stagione davvero riguardevole andandosi a prendere il titolo regionale con il nuovo personale di 7,32, misura raggiunta all'ultimo turno di salti per mantenere le distanze dal compagno di colori Bruno Bertizzolo (7,01), con Mattia Gasperini (6,89) chiamato a salire sul terzo gradino del podio per poi seguire la compagna Elisa Zanei vincere, secondo pronostico, il concorso del triplo con un normalissimo 12,40.

Poco da aggiungere all'11"62 di Doris Tomasini, protagonista annunciata e senza rivali nei 100 metri, mentre in campo maschile il titolo andava a sorpresa all'ostacolista valsuganotto Loris Eccher (11"30 - davanti a lui, fuori gara il mantovano Diego Marani a 10"84 ed il bresciano Paolo Zanola a 11"06), junior capace di convincere per l'intera stagione tanto sugli ostacoli bassi che nel giro di pista ed oggi anche nello sprint breve. Sarà contento anche il tecnico Alberto Faifer che festeggia il terzo titolo di giornata con Luisa Costa, 14"88 nei 100hs chiusi alle spalle della sola vicentina Silvia Franzon (14"57), fuori concorso per quanto riguarda i campionati regionali. Pochi rivali invece per l'iserotto Cristian Cristelotti nei 110hs, dominati senza la necessità di ricorrere alle energie di riserva e chiusi in un 14"80 che ha risentito anche del vento contrario. La pedana dell'asta, in attesa di assistere al remake del campionato italiano in programma domani (Giordano Bruno, Scarpellini, Farfalletti e Bresciani, tanto per gradire...) ha premiato il decatleta bolzanino Marco Colombo, capace di precedere lo stakanovista meranese Thomas Gallizio e lo specialista trevigiano Roberto Durante, tutti accomunati da un identico 4,50.

Dalla pedana del disco hanno preso lo slancio per conquistare il gradino più alto del podio la giovane vipitenese Elisabeth Stofner (40,04) con Letizia Marchi positiva interprete di 32,57 metri, ed il roveretano Daniele Traficante, prima punta di un podio tutto targato Crus Pedersano e composto anche da Mario D'Antonio e Giacomo Paladino (47,75 - 38,36 e 38,22 le rispettive misure) che ha poi fatto trapelare tra ironia e determinazione tutta la propria frustazione per la mancanza di adeguate strutture di allenamento: "Eppure siamo senza campo d'allenamento" si legge sulle loro magliette. Ma qualcosa si sta muovendo anche in questo senso ed a breve...

Vabbè, ogni cosa a suo tempo e passiamo ad analizzare il mezzofondo che, inevitabilmente, ha saputo confermare quanto emerso nel corso delle tre scorse serate del Gran Premio Estivo: Cinzia Scarpignato e Francesco Bazzanella al momento hanno una marcia in più ed hanno voluto dimostrarlo anche ad Arco imponendosi nei 1500 metri: 4'42"50 per la bionda ventunenne bresciana della Quercia che ha visto così migliorato il suo personale sulla distanza, 3'57"04 per il coetaneo aquilotto fiemmese, ormai lanciato in un'estate da protagonista; piazze d'onore per Barbara Tava (4'45"23) davanti ad Erica Ferretti (sorrisino per il 4'48) e per il trevigiano Diego Avon (3'59"88) seguito dall'altro aquilotto Stefano Grimaz (4'00"68). Per chiudere i 3000 siepi, altro terreno di conquista dei giovani targati Atletica Trento per mezzo di Giovanni Tonini (10 minuti netti su Riccardo Baggia) ed Elektra Bonvecchio, lesta ad anticipare la bufera concludendo la prova in solitaria dopo 11 minuti e 37 secondi di fatica e di lotta anche contro l'impetuoso vento.

Tutto in attesa della seconda giornata...

I risultati della prima giornata...


Le foto della prima giornata...

mercoledì 6 agosto 2008

Gran Premio del Mezzofondo: il festival della corsa premia Agnes Tschurtschenthaler e Stefano Cugusi

Tre martedì di festa per tutti gli appassionati del mezzofondo. Il Gran Premio Estivo proposto per la 30ima volta dall'Atletica Trento nella cornice del campo scuola di via Maccani si è rivelato nuovamente un successo, soprattutto per quanto riguarda la partecipazione, con tre serate che hanno portato in riva all'Adige quasi 1500 atleti, pronti a faticare sulle diverse distanze del mezzofondo, dagli 800 ai 5000 metri. Protagonisti di tutte le età, dai ragazzi fin su ai veterani e in mezzo a tanto affollamento non sono mancate le indicazioni positive anche sotto l'aspetto prettamente tecnico.
Ci sarebbero tante storie da raccontare, nelle oltre 12 ore complessive di gara. Dalla parabola dei sei fratellini Crippa, partiti dall'Etiopia per essere adottati in blocco da una famiglia di Montagne, piccolo paese a ridosso di Tione, ed ora vocati all'atletica con i colori della Valchiese, da junior, cadetti e ragazzi sotto l'attento sguardo di Marco Borsari. Oppure la riconferma dei due talentini di Mogliano Veneto Beatrice Mazzer (trevigiana doc) e Mekonen Magoga (storia simile a quella dei Crippa), capaci di imporsi all'attenzione nella stagione passata al primo anno nella categoria cadetti per poi confermarsi anche nell'estate 2008, stessa categoria, con tempi e di conseguenza punteggi di assoluta eccellenza, nella speranza che anche loro, come già tanti in precedenza, non compaiano nel futuro nella voce dei talenti dispersi o troppo spremuti da giovani.
E non è finita qui, ci sarebbe da raccontare delle tre sontuose serate del fiemmese Francesco Bazzanella: non un campione annunciato, ma capace di esprimersi su livelli mai visti tanto nei 1500 che nei 5000, passando per i 3000 metri conclusivi che gli hanno consentito di salire sul terzo gradino del podio finale. E non è poco se si sottolinea che il ventunenne di Predazzo se ne è tornato ogni sera sulle sponde del Travignolo con i personali su tutte le distanze.

Ma alla fine, si sa, sono i vincitori che catalizzano l'attenzione. Spazio dunque alla rabbia di Agnes Tschurtschenthaler, mai così determinata come in queste settimane che hanno seguito i campionati italiani di Cagliari. Tornata dalla Sardegna con due argenti (1500 e 3000 siepi), la pusterese trasferitasi da una dozzina di mesi a Vipiteno non ha voluto aspettare più di tanto per scaricare in pista la rabbia repressa e già all'indomani del ritorno a casa si è presentata alla prima serata (22 luglio, dice il calendario) per ricercare le certezze smarrite nel caldo cagliaritano. La risposta non si è fatta attendere ed ecco arrivare la vittoria nei 1500 metri con un buon 4'19" e spiccioli davanti alla compagna di colori e allenamenti Silvia Weissteiner, chiamata all'ultimo test in pista prima del decollo olimpico alla volta di Pechino, in programma domenica 10.
Per completare l'opera la ventiseienne di Sesto Pusteria si è poi preoccupata di dominare il terzo atto della kermesse trentina, soffrendo l'afa e la calura della terza serata (quella di ieri) nel concludere i 3000 metri in 9'36"75, tempo lontano dalle attese personali ma comunque sufficiente a garantirle la vittoria nella classifica generale (dove succede a Eleonora Berlanda) davanti alla compagna di colori alla Forestale Giovanna Epis, concreta tanto negli 800 metri (2'12 per lei che specialista non è), quanto nei 3000 di ieri, chiusi in quinta piazza appena al di sotto dei 10 minuti). Protagoniste della serata di mezzo sono quindi state l'ungherse Judith Varga, al rientro dopo la maternità ed a 32 anni ancora capace di staccare tempi di assoluto valore nel doppio giro di pista (2'06 a Trento) e la nonesa del Gs Valsugana Sara Berti, autrice a sua volta di un monologo nei 5000 metri concluso dopo 17'45" di fuga solitaria.

E se il trittico femminile non ha saputo regalare particolare suspence vista la presenza di una dominatrice annunciata, ci ha pensato il settore maschile ad offrire maggiore adrenalina. Tutto si è risolto nella serata conclusiva, dopo che le precedenti prove avevano messo in mostra diversi protagonisti. Al termine della parentesi riservata al mezzofondo veloce il maggior indiziato alla vittoria finale sembrava essere il marocchino di stanza a Bologna Karim Abdeddine ma non si era fatto i conti con il ritorno dei mezzofondisti di fatica. Qualcosa si era mosso già nella seconda serata, in occasione dei 5000, non tanto per la vittoria del padovano Berardo Chiarelli portacolori delle Fiamme Azzurre in 14'31, quanto per i piazzamenti alle sue spalle dei due pavesi Stefano Cugusi e Tito Tiberti che sembravano in rampa di lancio per sferrare l'attacco definitivo nei 3000 metri finali. Una distanza che avrebbe fatto da bocca della verità, per regalare quel pizzico di brivido in più alla serata conclusiva. E così è stato, perchè gli ingredienti non mancavano di certo: c'era la lotta per la vittoria finale, c'era la lotta per la vittoria parziale in cui si inserivano le ambizioni degli amici Peter Lanziner e Markus Ploner, c'era anche la curiosità di assistere al ritorno in pista di Giordano Benedetti e di vedere come si sarebbe sciolta la matassa che riguardava la classifica juniores, guidata dal padroncino di casa Stefano Grimaz insidiato però dal bellunese Manuel Cominotto.
Ed i 3000 metri hanno fatto letteralmente saltare il banco, soprattutto grazie alle stoccate di Ploner che a distanza di mezz'ora ha voluto imitare la compagna di allenamenti Agnes Tschurtschenthaler sotto lo sguardo approvante del tecnico Ruggero Grassi, forse mai abbastanza pubblicizzato quanto meriterebbe. Indipendentemente da questo il vipitenese ha fatto la voce grossa, soprattutto nell'ultimo mille, facendo saltare uno dopo l'altro Benedetti, Abdeddine, Grimaz e Lanziner per chiudere il conto in 8'20"82 trascinandosi dietro Stefano Cugusi e Massimiliano Corso, appaiati sulle sue tracce dal tempo di 8'26. Un riferimento che è valso al ventiquattrenne del Cus Pavia il sorpasso nella classifica generale ai danni del ritirato Abdeddine, così come per Tiberti (settimo e secondo nella generale) e per Bazzanella (quarto in 8'30 e terzo in graduatoria). E sorpasso è stato anche tra gli junior, con Cominotto a tenere la scia del fiemmese per sopravanzare di pochi punti Grimaz.

E così la pista ha dato il suo responso. Tante storie, si diceva. Impossibile raccontarle tutte, anche perchè ce ne sono altrettante fuori dalla pista. Come quella di un padre che tra tecnica ed affetto segue i primi passi della figlia Valentina, vincitrice tra le ragazze. Una vicenda già vista tante volte e poco conta se nella fattispecie il padre di nome fa Salvatore Bettiol.
Non è madre, ci mancherebbe. Ma l'affetto nel seguire, consigliare e sostenere le più giovani compagne di squadra non lo risparmia mai neppure Silvia Weissteiner, reginetta del mezzofondo azzurro tanto in pista quanto nei modi e nell'umiltà.
E sarebbe interessante valutare se sono più le energie spese da Giovanna Epis in pista o fuori, nell'incitare a spron battuto le compagne di fatica accanto al padre tecnico e fotografo.
Solo parentesi, piccoli spaccati di vita vissuta su un anello di Mondoflex, faticando e sognando.
Sì, sognando. Perchè in fondo la lezione migliore l'ha regalata Silvia Weissteiner, anche se in borghese. "Ho sempre gareggiato al Gran Premio del Mezzofondo anche se da piccola e da giovane facevo fatica ad emergere. Sognavo di andare alle Olimpiadi ed ormai sono ad un passo dal realizzarmi: ragazzi, non serve vincere subito per diventare grandi, basta volerlo e voler faticare per arrivarci".
Grazie Silvia, in bocca al lupo e buon viaggio verso il tuo sogno.
E' finita un'altra edizione, ma per fortuna tra undici mesi tornerà puntuale. Nonostante le attese per le infinite serie degli amatori/master o gli inevitabili ritardi. Nonostante il caldo e conti che a volte non tornano, o l'accavallarsi di tempi, parziali e passaggi in un continuo rincorrersi di urla, grida, incitamenti.
Ma in fondo, è questo il Gran Premio del Mezzofondo. Alla prossima, allora...

Alcuni scatti delle tre giornate...


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