giovedì 11 settembre 2008

Il Palio non delude, Cusma e Riparelli nemmeno

Regina doveva essere e Regina è stata, magari meno convincente dell'anno passato, ma ugualmente autoritaria, cattiva, determinata e soprattutto vincente. Tatyana Lebedeva ha impersonato al meglio il ruolo di prima stella del Palio della Quercia numero 44, un ruolo cucito a misura sul suo carattere di grande agonista accompagnato da una gentilezza di base degno di ragazza (o donna...) di gran classe. La trentaduenne di Volgograd è riuscita quindi nell'intento di bissare il successo dello scorso anno nel salto triplo, anche se a dire il vero il cammino della campionessa del mondo in carica non è stato esente da difficoltà: dopo un primo salto di approccio, quasi di sicurezza, i successivi tre tentativi sono si sono rivelati infruttuosi per una certa qual mancanza di feeling con la pedana dello Stadio Quercia ("Un po' troppo dura, me la ricordavo migliore" dirà a fine gara) che ha portato a misure di scarso valore. Ma al quinto tentativo, la Lebedeva è riuscita a sistemare alcuni dettagli per ottenere il 14,84 sufficiente al successo, misura che le ha permesso di lasciare alle spalle la kazaka Olga Rypakova (14,73), al comando sin dai primi frangenti del concorso. Terza piazza per l'altra russa Anna Pyatykh, seguita dalla connazionale Udmurtova e dalla Greca Devetzi, rallentata dopo il primo salto da una complicazione al quadricipite sinistro che impediva al bronzo di Pechino di spingere a dovere soprattutto nello "step", il secondo atto del triplice salto.

Non appena le ragazze hanno lasciato la scena, in pedana sono entrati i protagonisti della sfida maschile che ha saputo registrare un concorso di intensità e qualità assolutamente comparabili, in cui è emerso in tutta sicurezza il brasiliano Jadel Gregorio con un prezioso 16,93, trovato al quarto turno di lanci per mettere al sicuro il risultato dal ritorno del russo Spashovkhodsky (16,91) e del bahamense Sands (16,88), bronzo olimpico ed incappato a sua volta in una serata poco positiva culminata con l'infortunio dopo la terza prova.

Le altre due prove qualitativamente davvero interessanti sono state probabilmente i due giri di pista maschili, con o senza ostacoli. Nei 400 metri la vittoria è andata al giamaicano Sanjay Aire che grazie ad uno stuzzicante 45"77 ha messo la propria firma in una gara che ha salutato anche il russo Kokorin ed il trinidegno Stephens al di sotto del muro dei 46 secondi mentre sulla barriere basse è stato l'inglese David Greene a tagliare per primo il traguardo con un discreto 49"53.

Capitolo concorsi: niente di particolarmente eclatante è stato offerto da asta e alto (5,40 di Borgelin e 1,91 della Shkolina), seguiti da un discreto giavellotto (79,34 del tedesco Vieweg) ed un insipido concorso del peso che non ha convinto nella formulazione proposta dalla Federazione Europea in via sperimentale. Alla fine dei giochi la classifica ha rispecchiato i valori in campo (autorevole Vili - 19,73, concreta Gonzales - 18,69, appannata Rosa - 17,58) ma lo sviluppo della gara ha lasciato amaro in bocca tanto alle protagoniste, quanto al pubblico.

Ma veniamo alle prove che hanno saputo regalare maggiori soddisfazioni anche ai colori azzurri, a cominciare dal doppio giro di pista femminile, regolato per il secondo anno consecutivo dall'emiliana Elisa Cusma, capace di scendere per l'ennesima volta in stagione oltre il muro dei 2 minuti per siglare un 1'59"84 che rientra tra le cose più ragguardevoli della serata. Alle spalle della ventisettenne dell'Esercito si è infilata un po' a sorpresa la spagnola Fernandez ma a sorprendere maggiormente è stata la trentina Lorenza Canali, capace di disintegrare il proprio personale per scendere ad un insperato 2'03"66 che la proietta verso tempi davvero interessanti. L'atteso salto di qualità è finalmente arrivato e molto probabilmente il Palio di ieri sera ha segnato il definitivo passaggio di consegne tra il passato del mezzofondo veloce di casa nostra, impersonificato da Eleonora Berlanda, ed il futuro che sembra poggiare sulle spalle della stessa Canali.
Ed a proposito di futuro, molto probabilmente Giordano Benedetti avrà a breve una nuova occasione per inseguire il record italiano juniores, anche se nella scena roveretana il diciannovenne finanziere è apparso ancora in debito di brillantezza ed incapace di tenere un ritmo non impossibile. La lunga e faticosa stagione inizia a pesare tanto sulle gambe che nella mente dell'allievo di Gianni Benedetti che comunque ha saputo staccato un onesto 1'48"77 nella prova vinta dallo yankee Nick Simmonds in 1'46"14 davanti al polacco Lewandowsky con un brillante Lukas Rifesser autore di 1'47"42.
Ottimi segnali trentini sono giunti anche dai 1500 metri, gara tutta azzurra inserita su richiesta dello staff tecnico: la vittoria è andata all'italo-etiope milanese Merhium Crespi, ma nella sua scia si è infilato un pregevole Francesco Nadalini che ha messo le mani sul secondo posto con un buon 3'48 e spiccioli. Come naturale il mezzofondo prolungato ha parlato in favore degli africani, anche se non è stata doppietta keniana per merito della tanzaniana Zakia Mrisho (ex Quercia ed ora tesserata per il Gs Valsugana) che nei 3000 metri ha pareggiato il record del meeting correndo in 8'44"78 lasciandosi alle spalle le gazzelle degli altopiani compagne di fuga mentre poco più indietro la pusterese Agnes Tschurtschenthaler arrivava al personale sfiorando il muro dei 9': 9'02"05 e sorriso ritrovato dopo le ultime non esaltanti uscite.

Ma veniamo alla velocità pura, quella dei 100 metri. Al femminile nessuna novità particolare, se non l'11"32 che ha regalato il successo alla statunitense Michelle Lewis (11"56 di una discreta Vincenza Calì) per vedere poi Martina Giovanetti tagliare il traguardo in sesta posizione con un buon 11"62 (alla velocista ventunenne di Mattarello è andato anche il Premio Ivana Benedetti, in memoria della moglie di Edo, fondatore tra le altre cose dell'Us Quercia) pochi minuti dopo la vittoria nella serie B di Doris Tomasini (11"70). Diverso il discorso per la prova maschile, dove a vincere è stato un italiano. Sì, proprio un italiano...anche se di sangue misto camerunense per grazia di madre. Jacques Riparelli a Rovereto ha riconfermato di gradire a dismisura l'aria trentina, riuscendo a sorprendere avversari decisamente più quotati (l'inglese già iridato giovanile Aikines-Aryytey o lo statunitense Rodgers) per piombare sul traguardo col nuovo personale di 10"24, sospinto anche da una generosa brezza di +1,8 m/s. Un tempo assolutamente inatteso dal venticinquenne padovano che ha potuto così completare la giornata speciale del tecnico Adriano Benedetti che da oggi potrà tornare a cullare i suoi gioiellini Riparelli e Canali. Nella seconda serie, buon 10"66 di Davide Deimichei, ma in fondo è cosa già vista quest'anno...

In fondo non è stato un Palio particolarmente memorabile, ma come ormai tradizione l'appuntamento della Quercia sa sempre emozionare e regalare momenti di grande intensità e spettacolo. Ora, e questa volta è sicuro, l'ormai logora pista saluta tutti e se ne va, dalle prossime settimane inizieranno i lavori di rifacimento e allargamento ad 8 corsie, per ricominciare nel 2009 la caccia alle altre stelle dell'atletica mondiale.

Le foto di Marco Togni...

I Risultati completi sul sito della Quercia...

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