domenica 13 luglio 2008

Riparelli fulmine tra i lampi di Pergine: 10"23! Dal Soglio eterno: 19,36. Reina concreta:52"46

Lampi e tuoni nel cielo della Valsugana, in occasione del 12imo Meeting Internazionale Città di Pergine. Tanta, tantissima pioggia, temporali anche violenti ed un fulmine abbattutosi anche sulla pista di atletica. Un fulmine che risponde al nome di Jacques Riparelli capace di sfruttare al meglio una sosta dell'ira di Giove Pluvio per staccare nella batteria dei 100 metri il nuovo limite stagionale nazionale: un 10"23 (vento amico, almeno quello, +1,9) che vale oltretutto il nuovo primato personale per l'aviere allievo di Adriano Benedetti e lo pone davvero ad un passo dal minimo olimpico, fissato appena 3 centesimi più avanti. Vederlo correre così forte già in batteria poteva lasciar pensare che la finale avrebbe visto il coloured padovano infrangere il muro dei 10"20 ma nelle due ore che hanno separato i due turni le condizioni sono notevolmente peggiorate, con acqua a catinelle, vento diventato contrario e freddo piuttosto pungente. Ecco quindi che Riparelli si è limitato alla normale amministrazione, accennando un allungo sufficiente a cogliere la vittoria (10"72, il senegalese Tourè 10"84, il carabiniere Rocco 10"98) e ad aprire la fase dei "ma e dei se"

"Sono ovviamente contento per il nuovo personale, anche se quei 3 centesimi bruciano parecchio. Oggi era la giornata giusta per inseguire il grande tempo su una pista come quella di Pergine che ho sempre amato particolarmente. Peccato che la finale fosse davvero impossibile. ora mi giocherò le mie carte a Cagliari: pista veloce ma incognita vento, sabato si deciderà tutto."

Lo stesso Adriano Benedetti non nasconde un certo rammarico: "In partenza della batteria ha perso un paio di appoggi e fosse filato tutto liscio forse avrebbe limato quei 3 piccolissimi centesimi. So che in condizioni perfette Jacques vale ampiamente il minimo, ma bisogna dimostrarlo sul campo e mi auguro che a Cagliari tutto vada per il meglio."

Riparelli protagonista in pista dunque, Paolone Dal Soglio in pedana. Il carabiniere veneto una dozzina di anni fa battezzò con una prova delle sue la prima edizione del meeting valsuganotto e nella serata di Pergine non ha voluto mancare alle promesse di vivacizzare il confronto con il poliziotto Paolo Capponi. Erano anni che non si vedeva una sfida così avvincente, fatta di sorpassi e controsorpassi tra i due "Ercole", con lanci costantemente al di sopra della fettuccia dei 19 metri: 17,98 - 19,11 - 19,03 - 19,03 - 19,19 -19,36 la serie di Dal Soglio chiamato a fare la voce grossa negli ultimi due turni di lanci quando il 19,18 ed il 19,24 di Capponi l'avevano momentaneamente scalzato dalla prima posizione. L'ultimo lancio a 19,36 ha però messo fine al contenzioso, premiando il carabiniere trentottenne che si conferma grandissimo protagonista del peso azzurro.
Vittoria giocata in extremis anche nella pedana del lungo: la padrona di casa Elisa Zanei ha trovato proprio all'ultimo salto la quadratura del cerchio per superare l'eptatleta Elisa Trevisan, al comando sin dai primi frangenti grazie al buon 5,90 pescato con due metri di vento contrario. Ma la spinta del pubblico amico ha animato la voglia di rivincita della perginese Zanei che si è infilata tra due raffiche avverse per planare a 5,94. Per una volta non sono arrivati i sei metri, ma la vittoria in casa non è mai da disprezzare.

Molta attesa in chiave azzurra anche nella sfida allargata dei 400 metri. Le aspettative migliori erano tutte riposte nella marchigiana Daniela Reina, privata da un paio di settimane del record nazionale sulla distanza. Le condizioni meteo di Pergine non hanno ovviamente permesso di tentare la rincorsa alla Grenot, ma il 52"45 ottenuto dalla portacolori delle Fiamme Azzurre lascia ben sperare. Dietro di lei la nigeriana Emedolu (53"71) e la bergamasca Marta Milani, per nulla soddisfatta del 54"14 che le ha permesso di superare la compagna di colori all'Esercito Francesca Endrizzi, 54"74. In campo maschile il bergamasco Mamadou Gueye è riuscito ad avere la meglio sul carabiniere Domenico Rao infrangendo anche il muro dei 47 secondi: 46"96 per il ventiduenne di origine africana mentre il più esperto rossoblu si è fermato a 47"07.

Grinta e rabbia hanno spinto l'azione leggera di Doris Tomasini nei 100 femminili. Pur in condizioni diverse la roveretana della Quercia ha ottenuto nei due turni tempi fotocopia: 11"65 e 11"66 rispettivamente in batteria e finale in attesa di provare l'attacco alla barriera degli 11"50 ai tricolori di Cagliari.
Pioggia, tanta pioggia ed oltre 2 metri di vento contrario non hanno poi fermato la cavalcata del vicentino Matteo Galvan nel mezzo giro di pista: 21"32 in queste condizioni è un tempo da non disprezzare, anzi, a conferma del valore del giovane finanziere.

A chiudere il giro delle gare veloci, ecco la duplice sfida sulle barriere alte. Come già nell'edizione scorsa la vittoria al maschile è andata al brasiliano Inocencio (13"85 - vento -0,8m/s; pioggia tanta) che ha preceduto il ligure Emanuele Abate, accreditato di un comunque buon 13"90 mentre Stefano Tedesco (14"13) ha vinto la sfida in famiglia Fiamme Gialle contro il trentino Stefano Petrolli (14"18), quindi il carabiniere Mainini (14"37) ed il ritiro di Alterio.
Alla forestale Margherita Nicolussi è invece bastato un 14"11 per avere la meglio su Silvia Franzon (14"17) ed Elisa Trevisan (14"21).

Si passa quindi al mezzofondo. Il menù femminile proponeva un discreto 1500 metri caratterizzato dalla lunga attesa delle atlete sotto il diluvio per un momentaneo black out dell'impianto di illuminazione: al ritorno della luce Agnes Tschurtschenthaler ha affrontato col piglio giusto la prova chiudendo in 4'28 e spiccioli seguita dalla rientrante Angela Rinicella (4'31) e dalla sudanese Kalameya. Dominio africano invece al maschile, con il keniano Job a siglare il doppio giro di pista sul piede dell'1'49 dopo aver richiesto un passaggio decisamente veloce (sotto i 52") alla campana; dietro di lui Mattia Picello (1'50"12) supera di un niente Marco Salami (1'50"18) mentre gli ultimi applausi sono tutti per le gazzelle degli altopiani che hanno rincorso sotto il nubifragio il minimo olimpico dei 10.000: missione compiuta per l'etiope Abebe Dinkesa (27'17", chapeu) e per il qatariano Felix Kibrore, secondo in 27'35.

Ultimi spunti per due concorsi femminili pesantemente rallentati dalla pioggia: nel giavellotto la pin-up paraguayana Leryn Franco si è imposta con una spallata da 47 metri e rotti, sufficiente per precedere di qualche centimetro la padovana Elena De Lazzari con il talento di casa Letizia Marchi ancorato ai 41 metri e poco più. Nel frattempo, una decina di metri più in là, si decideva di interrompere la gara dell'alto: giochi fatti quindi a 1,75, misura saltata da quattro delle cinque atlete presenti con vittoria per il minor numero di errori a Raffaella Lamera sul terzetto Valeria Marconi, Giovanna Demo e Sara Mazzi.

Due migliori prestazioni italiane stagionali, qualche sfida avvincente e un 10000 di ottima fattura: impossibile chiedere di più in simili condizioni.

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